WWF E ANIMALISTI ITALIANI VINCONO DI NUOVO AL TAR SULLA CACCIA.

by Amministratore
COMUNICATO STAMPA WWF DEL 13 LUGLIO 2013
Sentenza storica del TAR L’Aquila su caccia, orso e tutela della salute pubblica.
“Il Tribunale Amministrativo Regionale di L’Aquila giovedì 1 luglio ha pubblicato una straordinaria sentenza su caccia, orso, conservazione delle specie e tutela della salute umana. E’ una vittoria per KO quella che WWF e Animalisti Italiani ONLUS hanno ottenuto nei confronti della Regione Abruzzo sul ricorso presentato lo scorso anno contro il calendario venatorio 2012-2013 e ora deciso nel merito.
Il T.A.R., con commenti molto duri, ha censurato l’operato della Regione Abruzzo praticamente su tutte le sue scelte venatorie. Particolare rilevanza acquista il giudizio sulla tutela dell’Orso bruno. Il relativo paragrafo della sentenza si conclude con una frase inequivocabile “Da quanto sopra consegue quindi l’accoglimento della censura sulla mancata protezione dell’orso marsicano nell’intero areale di distribuzione individuato nell’accordo PATOM.”.
Dichiara Michele Pezone, legale delle due associazioni “Assieme ad Augusto De Sanctis, membro per il WWF della Consulta Venatoria regionale, abbiamo predisposto un ricorso a largo spettro su tutti i punti del calendario venatorio 2012-2013. Infatti, erano evidenti le gravissime lacune conoscitive da parte degli uffici regionali che avrebbero dovuto suggerire un atteggiamento molto più cauto da parte dell’ente nella redazione del Calendario al fine di garantire la conservazione della fauna. I giudici hanno riconosciuto la validità delle nostre ragioni. In primo luogo il T.A.R. ha chiarito che la Regione Abruzzo, al contrario di quanto sostenuto dalla Giunta, da anni non ha un regolare Piano Faunistico Venatorio, fatto che impedisce il corretto svolgimento della pratica venatoria. Inoltre, il periodo di caccia per quasi tutte le specie (tra queste Frullino, Codone, Mestolone, Canapiglia, Combattente, Germano reale, Alzavola, Fischione, Folaga, Gallinella d’acqua, Quaglia, Beccaccia, Tortora, Allodola), è stato ampliato a dismisura senza tener conto del parere contrario dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell’Ambiente. La regione ha altresì illegittimamente concesso la pre-apertura per alcune specie e l’addestramento cani in un periodo non idoneo. Non ha assoggettato come avrebbe dovuto il calendario venatorio a Valutazione di Incidenza Ambientale e non ha individuato nelle aree S.I.C./Z.P.S. i principali punti di migrazione in cui vietare la caccia. Ha varato il calendario venatorio ben oltre il 15 giugno, data stabilita dalla legge, a pochi giorni dall’avvio della stagione venatoria, rendendo così più difficile per le associazioni esercitare in tempo l’opposizione a tali scelte. Ha sub-delegato alle province la possibilità di allungare a febbraio la stagione venatoria violando così le normative che impongono una gestione coordinata del prelievo; ha reso possibile illegittimamente l’uso delle munizioni di piombo e, infine, ed è forse l’aspetto più grave, il T.A.R. ha evidenziato che la Regione Abruzzo ha mancato di tutelare la sua specie simbolo, l’Orso bruno marsicano, evitando di normare in maniera più stringente l’attività venatoria nelle aree di maggiore presenza della specie”.
Dichiara Dante Caserta, presidente f.f. del WWF Italia “Si tratta dell’ennesima vittoria giudiziaria ottenuta sul tema della caccia in Abruzzo. In questi anni abbiamo avuto ben due pronunciamenti favorevoli della Corte Costituzionale, di cui una, recentissima, che ha finalmente abolito il famigerato comparto unico, e una decina di sentenze e sospensive tra T.A.R. e Consiglio di Stato, tutte vinte. Purtroppo devo constatare che solo grazie al nostro sforzo l’attività venatoria viene ricondotta nel solco della legalità nonostante i ricorsi siano stati sempre preceduti da lettere, diffide e appelli pubblici, rimasti tutti inascoltati. Ora la Regione Abruzzo, anche in vista dell’ormai prossima decisione sulla nuova stagione venatoria, è completamente al tappeto tenuto conto che il T.A.R., entrando nel merito proprio per indicare la strada per il futuro, ha censurato praticamente l’intero contenuto del calendario venatorio 2012-2013. La parte più sconsolante della sentenza è quella relativa alla mancata tutela dell’orso perché arriva in un momento così difficile per la specie. Da un lato si ripetono sterili proclami da parte della Regione sulla necessità di tutelare la specie e dall’altro il severo giudizio del T.A.R. chiarisce che gli sforzi per la conservazione possono essere vanificati anche dalle scelte filo-venatorie dell’assessorato regionale e dello stesso tavolo tecnico che doveva essere costituito per tutelare la specie e non certo per favorire i cacciatori. Inoltre, voglio evidenziare l’incredibile caso dell’uso delle munizioni di piombo, i cui frammenti sono dannosi per l’uomo e per gli animali protetti in caso di ingestione. I proiettili al piombo sono stati reintrodotti con un tratto di penna sulla delibera di approvazione del calendario da parte della Giunta Regionale, contravvenendo, e cito le stesse parole del TAR, con una simile superficialità ad un profilo prescrittivo altamente delicato, che involge la (mancata) tutela della salute pubblica prima ancora delle specie protette.Ritengo che ormai sia indifferibile una completa inversione nella direzione di marcia di un assessorato che ha scommesso, sbagliando, sulla deriva filo-venatoria promossa dai suoi uffici”.
Dichiara Alex Caporale, vicepresidente degli Animalisti Italiani ONLUS “E’ evidente che solo le associazioni ambientaliste stanno combattendo strenuamente la lotta per la sopravvivenza dell’importantissimo patrimonio faunistico abruzzese. Con noi abbiamo la stragrande maggioranza della popolazione che è stanca di vedere morire uccelli e mammiferi. Decine di migliaia di animali sono stati uccisi grazie a provvedimenti che si sono rivelati del tutto illegittimi e per questo coinvolgeremo presto la Corte dei Conti, visto che la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato. Gli eventuali responsabili devono pagare direttamente per scelte totalmente difformi rispetto al dettato delle norme italiane e comunitarie poste a tutela della fauna”.
Campo Felice: PROVE CLASSICHE SU QUAGLIE PER RAZZE DA FERMA – CIRCUITO PROVE ENCI PIANURA E MONTAGNA – 6 luglio 2013.
6 luglio 2013 Campo Felice – Prove su quaglia per razze da ferma
 
6 luglio 2013 Campo Felice – Prove su quaglia per razze da ferma, si possono vedere le autovetture sul manto erboso nella prima e nell’ultima foto.
Cogliamo l’opportunità del comunicato stampa del WWF per scrivere in merito alla gara cinofila svoltasi a Campo Felice lo scorso 6 luglio. 
La competizione riguardava PROVE CLASSICHE SU QUAGLIE PER RAZZE DA FERMA  (CIRCUITO PROVE ENCI PIANURA E MONTAGNA). L’evento al di là dell’aspetto competitivo è finalizzato ad allenare i cani, la caccia alle quaglie (quelle selvatiche) è un’ottima scuola, questo genere di pratica consente infatti, di sviluppare l’olfatto affinandolo, ma anche di regalare maggiore forma al cane che dopo i mesi di chiusura della caccia potrebbe essersi fatto maggiormente pigro.
Giugno e Luglio sono i mesi di maggiore nidificazione delle quaglie, anche se non mancano eccezioni. Infatti, è possibile trovare “covate” già a fine maggio e ancora agli inizi di settembre. Lo stesso maschio si accoppia con più femmine e la stessa femmina si accoppia con più maschi, le quaglie poligame. Gli organizzatori della competizione di Campo Felice lanciano animali di allevamento, ma ci chiediamo, in ottica animalista, se la data prescelta fosse realmente giusta per non disturbare il ciclo riproduttivo di questo animale e di tanti altri che vivono nell’area e ci chiediamo anche se gli organizzatori fossero in possesso di tutti i regolari permessi (procedimento di “VIA”) per realizzare l’evento in un Habitat Prioritario.
Magari qualche lettore del nostro blog potrà fornirci risposte.
La Quaglia è inclusa nella Lista Rossa italiana tra le specie minacciate “a minor rischio”. Sono necessarie misure di conservazione che coinvolgano i territori di nidificazione europei, in cui i fattori responsabili del declino numerico sono da ricercare principalmente nei cambiamenti avvenuti in campo agricolo. Sarebbero auspicabili azioni tra cui il mantenimento e la promozione di pratiche agricole tradizionali a basso impatto, in cui non siano praticati lo sfalcio o la mietitura nei periodi di nidificazione e di cova, unite al mantenimento di aree incolte ai margini dei campi e alla tutela delle siepi e dei filari. La pressione venatoria, enorme su questa specie, dovrebbe essere ridotta e maggiormente regolamentata, insieme all’introduzione di specie alloctone come la Quaglia giapponese e la Quaglia delle piogge. Le due specie esotiche interferiscono negativamente con la Quaglia, e bisognerebbe evitare ogni ulteriore liberazione di individui in natura (Tucker & Heath, 1994; Vigorita et al., 2003a).

LA SENTENZA INTEGRALE:

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2 comments

gianni 15 Luglio 2013 - 20:03

la caccia è nata con l'uomo come necessità per vivere "se non cacci e non riporti la preda non sopravvivi" sarebbe ora che si capisse che questa epoca storica anzi PREISTORICA è finita. Non c'è alcuna necessità di cacciare casomai si possono fare passeggiate in campagna anche con il cane e quelli che si vedono nelle foto avrebbero potuto parcheggiare i loro mezzi dove è previsto farlo non dove è vietato. 300 metri metri in piu a piedi non sono una difficoltà. Poi ci sarebbe da vedere se hanno disturbato qualche specie di animale o volatile nel periodo dell.allevamento dei piccoli appena nati o che dovevano nascere.

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Anonimo 17 Luglio 2013 - 7:49

Mi fa piacere vedere alcune istituzioni importanti come il TAR uscire dallo schieramento
corporativo e giudicare autonomamente alcune gravissime mancanze che riguardano soprattutto la gestione del PATOM (progetti LIFE) quali la "salvaguardia dell'orso marsicano". E' grave anche la gestione di tutto il servizio venatorio e le responsabilità ATC. ENCI. E' grave tutto il contesto dei periodi di addestramento e del mancato rispetto delle aree ammesse a tali attività. Risulta grave e, determinante, il mancato controllo delle autorità sui vari e molteplici abusi commessi nelle varie attività.
Sono inoltre, ridicole le sanzioni che vengono applicate ai pochi sventurati che infrangono le leggi e i regolamentiche vengono colti in flagranza.
Infine è grave è il disturbo che viene arrecato alla fauna selvatica specialmente all'interno di alcuni habitat prioritari "di fatto".
Queste anomalie ed irregolarità le denuncio pubblicamente da anni!.
Ricordo, a chi legge queste mie parole che, l'altipiano, tutto l'altipiano, costituisce un habitat che vede la presenza dell'orso, del gatto selvatico, del lupo, della martora e perfino dell'istrice. Vi vivono l'aquila reale e numerose specie di rapaci.
Tutta la gestione della caccia e delle gare cinofile, compreso l'addestramento
dei cani, è un gran caos senza regole. La mancanza e l'inosservanza delle
regole, arreca danno a tutti, compresi i cacciatori e gli operatori turistici. Quindi è la stessa gestione del turismo a farne le spese e questo non si vuole capire perchè siamo nel caos più totale. Tutto, è approssimato e considerato secondo opportunità e non in una visione coerente e strategica del territorio.
La salvaguardia degli habitat prioritari, non è un mio capriccio, è un progetto integrato, conclamato giustamente anche dalle istituzioni; ma poi sono le istituzioni stesse ad infrangere le regole.
Cosa vogliamo fare per il futuro di Lucoli? Lo vogliamo tenere da conto questo valore di tutti?
Io continuerò a denunciare pubblicamente le azioni che danneggiano il territorio, con ogni modalità. Le istituzioni, abbiano il coraggio di pronunciarsi, sapendo già che non lo faranno per tentare di addomesticare, più che i cani "l'elettorato, gli amici ed i compari di battesimo".
Rossano Soldati

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