IL PROGETTO FLORANET. La salvaguardia delle specie vegetali della Direttiva Habitat 92/43 presenti nei tre Parchi Nazionali d’Abruzzo Appenninico ed anche a Campofelice

by Amministratore

Venerdì 25 novembre è stata realizzata, presso la sede del Parco Nazionale della Majella, Badia Morronese di Sulmona, la presentazione del progetto FLORANET.

L’incontro ha illustrato nel dettaglio le tematiche che verranno affrontate nello sviluppo del progetto.


Il progetto LIFET15 NAT/IT/000946 denominato FLORANET, è finalizzato alla salvaguardia ed alla valorizzazione delle specie vegetali della Direttiva Habitat (direttiva 92/43/CEE), presenti all’interno dei tre Parchi Nazionali dell’Abruzzo Appenninico, è stato promosso dal Parco Nazionale della Majella, in qualità di beneficiario coordinatore, e dall’Università di Camerino (Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino), Parco Regionale Sirente Velino, Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Legambiente onlus quali beneficiari associati. 

Quindi il finanziamento verrà ripartito su tre parchi ed è mirato alla salvaguardia di 100 specie in Italia di cui 14 in Abruzzo. 

Anche Lucoli, unico territorio fuori parco, è interessato al progetto. Ricordiamo comunque che pur essendo fuori parco, il nostro territorio, in gran parte, rientra nell’unico grande SIC Velino/Sirente N IT7110206. 
Lucoli aderì a questo progetto già dal 2013 con l’amministrazione Chiappini. Il primo progetto fu bocciato dalla Comunità Europea a causa di alcuni vizi. Questo fu perfezionato dall’Università di Camerino (Centro floristico di San Colombo e dallo staff tecnico scientifico) ed il Comune di Lucoli lo ha sottoscritto aderendo nuovamente alla ripresentazione.
La legge prevede la salvaguardia degli habitat prioritari. Il finanziamento è mirato alla salvaguardia e sviluppo di 7 specie in elenco presenti nelle direttive habitat. Sul territorio di Lucoli ne vegetano 3. L’Adonis distorta presente con rarissimi esemplari nell’area di Vena Stellante; L’Iris Marsica con una colonia di ca 300mq presente in una impervia zona rupestre fuori dal SIC ma ben conservata, stabile e fruttificante a periodi alterni che rappresenta l’unica colonia nella conca aquilana. E la Klasea Lycopifolia Presente in ca. 7/10 colonie di piccole dimensioni in area SIC. Su terreno demaniale di torbiera. Queste nostre colonie assumono una grande importanza se teniamo conto che la Klasea è presente in abbondanza sull’altopiano delle Rocche ma tutta in aree private e soggette allo sfalcio e quindi, difficilmente monitorabili dal punto di vista scientifico per quello che riguarda la proliferazione, e conservazione in natura. 

Klasea Lycopifolia

Quindi per riassumere le azioni concrete previste dal progetto saranno: monitoraggio dei popolamenti, raccolta e conservazione del germoplasma, riproduzione vivaistica, conservazione in situ, riduzione dell’impatto turistico e campagna di sensibilizzazione.

La conservazione in situ (“conservare nel proprio ambiente”) comprende, in particolare, la protezione ed il rinforzo delle popolazioni esistenti minacciate dalle attività umane, dall’evoluzione spontanea della vegetazione naturale o dalla sempre crescente abbondanza di animali selvatici. In particolare, si prevede la protezione e l’aumento dei popolamenti delle specie (sia aumentando il numero di individui nelle stazioni esistenti che con la creazione di nuove stazioni) all’interno del Parco Nazionale della Majella, nel Parco Regionale Sirente-Velino e nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per mezzo di tecniche di ecologia di restauro, con la produzione di propaguli coltivati “ex situ” (in ambiente artificiale).

Saranno effettuate le analisi dei processi di germinazione del germoplasma (i semi) delle specie bersaglio, raccolti nei vari siti inclusi nei parchi della regione Abruzzo e l’ambiente circostante. Per mezzo della banca dei semi, la propagazione in vivaio e la coltivazione nei giardini botanici, saranno rinforzate le popolazioni dei siti dove sono scarse e per crearne delle nuove.

Proprio per realizzare questo importante punto del progetto, i partner hanno deciso di iniziare il progetto in piena estate, per sfruttare a pieno la stagione vegetativa e quindi per iniziare ad effettuare la stima delle popolazioni e raccogliere semi e propaguli per le attività di riproduzione ex situ, procedimento importante per effettuare il rinforzo dei popolamenti naturali con nuovi individui, geneticamente affini ai popolamenti che si vogliono potenziare.


Adonis Distorta. Ph. Luciano Di Martino

Il progetto, sarà coordinato dall’Ente Parco Nazionale della Majella e vede partner associati l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, l’Ente Parco Naturale Regionale Sirente Velino, l’Università di Camerino e Legambiente Onlus. A presentare gli interventi sono stati il presidente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Antonio Carrara, il presidente Parco nazionale della Majella Franco Iezzi, il commissario Parco regionale Sirente Velino Annabella Pace, il presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco, fabio Conti dell’ Università di Camerino, Luciano Di Martino del Parco Nazionale della Majella e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità Legambiente.

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2 comments

Anonimo 30 Novembre 2016 - 11:46

da Beti Piotto
BELLA COSA con obiettivi chiari e utili. Forse sono particolarmente sensibilizzata perché per tanto tempo ho lavorato attivamente alla conservazione del germoplasma ed alla germinazione (un mondo davvero affascinante come lo è la vita in tutte le sue manifestazioni).
Sarebbe bello, se possibile, collaborare come assoc. NoixLucoli.
Ciao

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amministratore 30 Novembre 2016 - 11:47

Grazie Beti,
stiamo studiando la possibilità.
Non anticipiamo nulla ma la volontà c'è.
Grazie della risposta.

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