IL PALIOTTO DELLA CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO. L’arte ceramica di Castelli annovera un manufatto artistico di eccellenza anche a Lucoli.

by Amministratore
Francesco Antonio Saverio Grue (1686-1746) il “dottore maiolicaro” di Castelli durante il suo soggiono a Bussi (AQ) realizzò per il reverendo Angelo Petricone di Lucoli il rivestimento ceramico dell’altare della Chiesa di San Michele Arcangelo,  parzialmente conservato prima nei depositi del Museo Nazionale d’Abruzzo a l’Aquila ed oggi presso la sede della Soprintendenza per l’Abruzzo di Celano.
Laureatosi ad Urbino in filosofia e teologia, Francesco Antonio Saverio Grue è stato un personaggio di grande personalità sia per gli aspetti del carattere irascibile ed irruento, che lo portarono a capeggiare la rivolta del 1716 contro il Marchese Mendoza e a minacciare con la spada sguainata suo padre Carlo Antonio nella piazza di Castelli, sia per la varieta’ delle esperienze compiute, giacché oltre a dipingere le maioliche con le sue invenzioni sempre molto originali, incise all’acquaforte paesaggi e vedute e compose poemetti e satire. Assai apprezzato dal re di Napoli Carlo di Borbone, l’artista svolse la sua attivita’ nel paese natale, ad Urbino, a Bussi (dove fu governatore) e, per oltre un ventennio, a Roma, contribuendo a diffondere la tradizione pittorica di Castelli. La vita di questo artista è quasi  un romanzo potrebbe essere considerato un Masaniello di paese essendo un individuo anticonformista, dalla forte personalità e buona cultura, che assunse deliberatamente atteggiamenti estremi ed irrequeti.
La vita di questo magnifico artista e le sue opere sono state illustrate dalla Dottoressa Luciana Arbace, Soprintendente per  il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per l’Abruzzo in un ricchissimo ed interessante libro, del quale presentiamo di seguito la copertina.
Il Paliotto di Lucoli, opera di grandissimo pregio, raffigura la vita di San Francesco Saverio, al quale l’autore era devoto e presenta anche dei sonetti inneggianti alla Vergine e fu eseguito nel 1713. La Dottoressa Arbace lo interpreta quasi come un ex voto al Santo Patrono Francesco Saverio per grazia ricevuta: per lo scampato pericolo di non essere dovuto andare in carcere o per la conquista di un incarico di potere quale fu quello del governatorato di Bussi.
Quest’opera realizzata per la chiesa di San Michele Arcangelo di Lucoli era nota agli storici già dal 1848 ed era collocata sul primo altare a sinistra (Angelo Leosini: Monumenti storici artistici della Città di L’Aquila e suoi contorni con le notizie di pittori, scultori, architetti ed artefici che rifiorirono, Aquila Perchiazzi 1848, p. 262). Il Paliotto attualmente si compone di trentatre elementi sciolti, oltre a diversi elementi che compongono  una cornice tuttora murata in una sala del Museo Nazionale D’Abruzzo. Nella configurazione originale prevedeva molte altre tessere oggi perdute è probabile che il depauperamento di quest’opera sia iniziato con il terremoto del 1915 a seguito del quale la Chiesa di San Michele Arcangelo fu distrutta. Anche i pezzi recuperati subirono molte vicissitudini e spostamenti: dalla Congregazione della Carità furono affidati al Museo Diocesano, poi furono esposti al Museo delle ceramiche di Castelli per tornare al Museo Nazionale dove rimasero custoditi in casse, il terremoto del 2009 li ha visti di nuovo in movimento verso Celano dove sono stati al centro di una mostra terminata a gennaio di quest’anno.
Ci domandiamo quanto la Comunità di Lucoli conosca di quest’opera d’arte che è stata ammirata nelle sue molteplici esposizioni da molti estimatori competenti e che viene reputata una delle opere più originali dell’artista, soprattutto per i fasci di fiori dipinti con particolare naturalismo e per i cartigli con gli inni a Cristo ed a Maria che “le sapienti obreggiature fanno sembrare sospinti dal vento”. Francesco Antonio Saverio Grue aveva la principale capacità di saper rappresentare attraverso i suoi decori le storie in termini di racconto, come lo definisce la Arbace è un “cantastorie della maiolica, autore di composizioni dai mille dettagli e dalle tante sottolineature”.
Sarebbe bello se i lucolani potessero acquisire l’orgoglio della cittadinanza di quest’opera visto che il pannello ceramico per diversi secoli ha fatto parte della tradizione locale sia di culto sia storico artistica.

La predica di San Francesco Saverio in India



Dedica inserita nel Paliotto: Franc.s Ant.s Xav. S Grue Phil.ae, et Sacrae Theol.ae Doctor Inventor, et Pinxit in Oppido Buxi An° D.i 1713 Procurante pro hac Vener.li Ecc.a Rev. Do Asmodum Domino Domno Angelo Petricone Luculensi.
Luciana Arbace, autore del libro dal quale sono state desunte le notizie sul Paliotto di Lucoli, è storico dell’arte già Direttore e Coordinatore presso la soprintendenza BAP – PSAE di Napoli e provincia è ora Soprintendente per l’Abruzzo, tra le sue riconosciute competenze quelle della ricerca nel settore della maiolica.

Tutte le immagini presentate in questo articolo sono state gentilmente concesse dal Ministero per i Beni e le Attività culturali – Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per l’Abruzzo di L’Aquila, si fa divieto di riproduzione con qualsiasi mezzo delle stesse.

You may also like

Leave a Comment