LA COLOMBA BIANCA DEL PARROCO DELL’ABBAZIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

by Amministratore
Colombe: miniatura del bestiario medioevale intitolato “Fisiologo”

La colomba del Parroco – foto di Gianni Soldati

Le colombe inizialmente erano due: una non c’è più vittima di possibili predatori, animali ed umani (visto che a Lucoli la caccia è un’attività molto praticata).
Il senso biblico della colomba che forse il Parroco dell’Abbazia di San Giovanni Battista voleva evocare ci arriva comunque alla mente anche con uno solo di questi animali.
La colomba bianca è il simbolo di San Giovanni Battista, il precursore di Cristo, del quale egli stesso dice “in Verità vi dico, fra quanti sono nati di donna, non è mai esistito nessuno più grande di Giovanni Battista” (Lc. 16, 16).
C’è un testo antichissimo: il  “Fisiologo” che codifica i significati degli animali. In esso sono raccontate tutte le nature degli animali, che l’uomo deve conoscere affinché ne possa trarre esempi di religione e di fede. Dalla versione più antica di questo testo, scritta in greco nel II-III secolo dC, ne deriveranno diverse e successive in latino. Da questo testo riportiamo alcuni spunti sulle colombe.  Isidoro di Siviglia (VII sec. dC) nel suo Ethymologiae, fa derivare il nome di questo uccello dal suo collo, che cambia colore ogni volta che gira. Lo descrive come un uccello mansueto, che frequenta le case degli uomini. Gli antichi le chiamavano “uccelli di Venere”, perché frequentano assiduamente il nido e stimolano l’amore coi baci, ma sono anche caste, perché si accoppiano una volta sola. A proposito delle colombe è raccontata un’altra storia: c’è un albero in India il cui frutto è dolcissimo e gradevole. Le colombe amano riposarsi su questo albero e nutrirsi dei suoi frutti. Ma in questa storia c’è anche un drago, che è tanto temuto dalle colombe quanto questi teme l’albero, al punto che non osa avvicinarsi nemmeno alla sua ombra. Così, per insidiare le colombe, osserva l’albero: se proietta la sua ombra a destra, lui si sposta a sinistra e viceversa. Così le colombe, che temono il drago e conoscono la sua paura, stanno protette fra i suoi rami, sempre nella parte in ombra. A volte capita che qualcuna si sposti, solo allora il drago approfitta e la divora. L’albero è il Signore ed i fedeli sono le colombe, l’ombra dell’albero è lo Spirito santo, infatti l’arcangelo Gabriele dice alla Vergine: “ lo Spirito  Santo verrà sopra di te e la potenza dell’altissimo ti coprirà della sua ombra” (Lc. 1, 35). Il messaggio morale contenuto nella storia è rivolto dunque al cristiano che deve perseverare nella fede di Dio e nella Chiesa e deve fare attenzione a non essere sorpreso fuori dall’albero (non cadere in tentazioni, non peccare), altrimenti il drago (diavolo) subito lo divorerà, come successe a Giuda.
Le nostre vite fatte di mille incombenze che scaturiscono da necessità materiali che ci affannano e ci lasciano poco tempo per pensare ed osservare, non si giovano spesso di riflessioni sul significato religioso di una colomba e sul senso della sua bellezza su di un terreno innevato o su di un albero scheletrico, spogliato dal freddo inverno.
La vita dei sacerdoti, invece è fatta anche di studio, necessità che nasce dal silenzio, di cui è come una prosecuzione. Molta gente penserà che non è necessario studiare quando non ci sono più esami da dare, traguardi da raggiungere, quando premono attività e necessità, quando le comunità pastorali esigono tempo. Lo studio e la meditazione possono sembrare un’assenza di carità, che sottrae i sacerdoti alle ferite urgenti delle persone. Lo studio, invece, per un sacerdote è un lavoro che permette di assimilare quella scienza di Cristo e quella scienza dell’uomo che costituiscono il livello più alto e più interessante della conoscenza.
E’ per questo sapere  ecclesiastico che le colombe  sono arrivate a Lucoli e volavano sul cielo dell’Abbazia, differenziandosi con stupore dell’osservatore dal nero delle molte cornacchie, perchè traducevano con la loro vita ciò che le scritture avevano stabilito, per dare anche un messaggio ai frettolosi contemporanei.
E’ Natale e la colomba del Parroco, immortalata dalla macchina fotografica in una giornata invernale, ci ha donato il suo messaggio di morale cristiana oltre ad una sensazione di pura bellezza visiva per tutti i non credenti.
La colomba con alle spalle il campanile della Chiesa della Beata Cristina

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