AL CIMITERO DI SAN GIOVANNI A LUCOLI MANCA L’ACQUA…..INVECE DELLE SOLUZIONI SCATTA LA CACCIA AL COLPEVOLE….

by Amministratore
uno dei cassoni di zinco che viene rifornito da NoiXLucoli Onlus d’Acqua
L’altro cassone

Il cassone mobile che viene caricato con l’acqua della fontana della Beata Cristina e trasportato al Giardino per irrorare gli alberi da frutto.
Le erbe officinali del Giardino della Memoria poste vicino alla Madonnina

La chiesetta con la Madonnina con le piante fiorite
AL CIMITERO DI SAN GIOVANNI MANCA L’ACQUA…..
E’ colpa di chi annaffia, è colpa delle mezze stagioni che non ci sono più, è colpa di bolle d’aria che dispettosamente impediscono l’arrivo dell’acqua al cimitero, è colpa della neve che impunitamente ha scelto di sciogliersi troppo velocemente.
“So qquisti ji discurzi che sse sindu mo che è gliu tempo della fargiatura”(1).
Siamo al 1° luglio, all’inizio dell’estate vera e la filastrocca è sempre la stessa, comunque sia andato in Abruzzo ed a Lucoli l’inverno: quando arriva il caldo, e nonostante la scarsità di presenze turistiche, dato molto rilevante quest’anno, ovunque manca l’acqua e, quel che è peggio, mancherà. Si sente dire persino che del problema soffrirà l’area aquilana, dove l’erogazione potrebbe venir meno “anche per giorni”. Incredibile: nell’Aquilano non c’è un turista, la popolazione è sicuramente diminuita dal 2009 ad oggi, pare addirittura che il capoluogo abbia perso qualcosa come 15.000 abitanti. Nelle migliaia di seconde case che esistono in tutti i centri di montagna, nemmeno una ospita i proprietari. Da anni, ormai, non esiste più l’abitudine di tornare magari dalle calure romane per starsene al fresco in qualcuno dei paesini aquilani. I grandi rientri estivi di emigrati all’estero o a Roma sono svaniti, specie dopo il terremoto.
Ma manca l’acqua. 
Eppure durante l’invernata sono caduti metri di neve, e tutti se lo ricordano bene. C’è chi dice, sorprendendo tutti, che in autunno è piovuto poco e le sorgenti non si sono ripasciute e tutta la neve caduta non è servita “perchè si è sciolta troppo presto” e la pioggia “buona”, quella che “ricarica” le sorgenti, è risultata scarsa.
Gli esperti, o almeno quelli che vengono definiti tali, una spiegazione la trovano sempre: ci mancherebbe. Le loro parole sono vangelo, e tutti debbono credere in ciò che dicono.
Non serviranno a nulla le solite ordinanze tardive o distratte dei sindaci che vietano l’uso smodato e lo spreco dell’acqua. Non servirà a nulla esortare la gente a non adoperare troppa acqua. E’ noto da sempre che dalle reti idriche antiquate, frantumate, perforate, si spreca nel sottosuolo oltre il 50% di tale pregiata risorsa! Sicuramente, questo è un problema che si potrebbe affrontare. Per la siccità, invece, potremmo far ricorso a sciamani ed alla danza della pioggia. Ma di fronte alle soluzioni concrete spesso la risposta è la totale inerzia di tutti gli organi e le istituzioni preposte. E’ più facile filosofeggiare sui presunti responsabili di abusi o colpe.
Il caso della vicinissima L’Aquila è emblematico per tutti: la rete idrica (oggi disastrata anche dal terremoto) è in condizioni pietose da almeno due decenni, da quando cioè, aumentati i consumi d’acqua, ci si è accorti che il flusso era insufficiente, come ogni estate immancabilmente viene ripetuto. Ad occuparsi del problema fu molti anni fa l’allora assessore regionale Giorgio De Matteis. Alle parole non seguirono i fatti, in pratica non avvenne nulla. Oggi il progetto per il rifacimento delle reti, ma anche di altri sistemi del sottosuolo, è scomparso pare a Roma, nei cassetti di qualche Ministero. Insieme con quello riguardante reti elettriche, gas, telefonia. E, all’arrivo della calura, sentiamo le solite voci e gli annunci di emergenza. Accantonate, per ora, le diatribe sulla manutenzione di corsi d’acqua, torrenti e fiumi, perchè di quelle torneremo a parlare in autunno: sentiremo le stesse cose, le proteste, gli allarmi, i comitati civici, i tecnici e gli esperti, gli ambientalisti e i sindaci. Corsi e ricorsi storici? No, eterna incapacità di questo Paese e di questa Regione di fronte all’ordinario, perchè, alla fine, l’emergenza conviene e soprattutto conviene spargere insinuazioni verso gli “untori” che prosciugano l’acqua. Questo è un “valore aggiunto” esclusivo di Lucoli.
Informiamo i soci di NoiXLucoli Onlus, gli amici e gli “untori” di calunnie, che le piante da frutto del Giardino della Memoria sono irrorate con l’acqua che prendiamo con un cassone mobile (nella foto) alla fontana della Beata Cristina la cui sorgente ancora è prodiga di flusso. Le poche piante da fiore situate nella parte superiore dov’è la chiesetta con la Madonnina sono irrorate con pochi secchi d’acqua presi dalla fontana del piazzale.
Durante l’estate i nostri soci lavorano con grande impegno per mantenere vive le piante giovani di questo “bene comune” di tutti, a dispetto della carenza d’acqua, delle loro vacanze e del meritato riposo di chi come tutti deve lavorare per “campare” e non usa il suo tempo solo per dedicarsi al volontariato. Ancora una volta ci tornano indietro velate insinuazioni e presunte responsabilità per la mancanza d’acqua al cimitero, naturalmente agganciate al progetto del Giardino della Memoria. 
Non crediamo che con le chiacchere si possano ottenere risultati fattivi.
I nostri soci consapevoli delle difficoltà subite soprattutto dagli anziani che si recano al cimitero e che debbono portare con se l’acqua, hanno ricaricato, il 1° ed il 3 luglio,  con 1.000 lt (il serbatoio zincato verticale)  e con 300 lt  (quello cubico zincato) di acqua. l’acqua è stata presa dalla fontana della Beata Cristina e trasportata in loco e travasata. 
NoiXLucoli Onlus ha preso l’iniziativa e svolgerà, fino alla risoluzione del problema, quest’attività di volontariato per la Comunità locale, naturalmente, a totale titolo gratuito.
Ci auguriamo che i prossimi lavori di manutenzione e miglioria dei siti cimiteriali, i cui fondi sono stati stanziati dalla Regione Abruzzo e che non appena sbloccati saranno fruibili dall’Amministrazione Comunale di Lucoli, possano risolvere tecnicamente il problema idrico del Cimitero di San Giovanni, collegando le fontane sia all’acqua erogata dalla GSA (a pagamento per il Comune e da dotarsi di opportuni rubinetti che ne regolino il consumo: non è etico sprecare l’acqua nè pagarla in più), sia a quella della sorgente (non a pagamento) che puntualmente, in estate, cala di livello piezometrico e non arriva alla quota più alta del cimitero (trattasi di una semplice regola idraulica). 
Solo così i disservizi saranno efficacemente eliminati.
Le operazioni di travaso dei 1.300 lt di acqua

 

(1) Tratto dalla poesia “Temp’e Fieno” di Francesco di Gregorio

You may also like

2 comments

Anonimo 3 Luglio 2012 - 20:47

angora co sta c..zze acqua ma angora non
nzello mbarete che sta sorgente tutti glianni fa ccuscì? è dispettosa comme tutte le sorgenti che valu poco.
Propriu quanno te sirvo se seccanu. se cuntinuemo ccuscì pure statranno recomenzemo co sta storia.
Co quela poca che c'è remasta nnacquete gliu giardinu che tantu agliu cimitero non c'iarriva lostesso
mello recordo da quanno papà fecea gliu bicchinu che è sembre statu ccuscì e l'acqua cell'ha portata issu
rossano soldati

Reply
amministratore 3 Luglio 2012 - 21:35

Grazie del conforto "storico" e della testimonianza. Continueremo ad attingere dalla Beata Cristina scarrozzando l'acqua dal Colle è meglio così non ci saranno ombre. Ciao.

Reply

Leave a Comment