UNA VITA RICAMATA QUELLA DI DALMA CHIAPPINI DI VADO LUCOLI (AQ)

by Amministratore

Il ricamo entra nel mondo delle donne coinvolgendo l’idea stessa di famiglia. 

Infatti i corredi realizzati a mano sono, per chi li possiede, qualcosa di prezioso e di distintivo della propria appartenenza ad una cultura, ad un territorio, ad un progetto di vita insieme e si tramandano da sempre con amore e con orgoglio. Non solo il ricamo ha questo compito di accompagnare unioni familiari e rapporti sociali, ma anche l’uncinetto, la maglia, il filet. 
Il ricamo è anche ricerca, conoscenze tecniche, tradizione, un’eccellenza che affonda profonde radici nella storia, nell’aquilano poi, si arricchisce anche dell’esperienza del merletto a tombolo. Ci sono musei italiani che aprono le porte alla nobiltà di gusto e all’abilità di molte artigiane, in quanto il ricamo è arte creativa e strumento della memoria storica.

Vi sono storie infinite raccontate dai fili, a Lucoli molte donne hanno sostenuto silenziosamente le proprie famiglie realizzando ricami, per corredi di giovani spose del luogo ma anche per le “straniere” delle città.

La Signora Dalma Chiappini

Oggi vogliamo parlare di Dalma Chiappini di Vado Lucoli. Strano nome Dalma, che potrebbe avere la stessa etimologia di Alma, oppure avere origine illiriche, e significare “pecora” (cfr. l’odierno albanese delme), questo nome le fu dato dal papà di ritorno dalla Sardegna ove lavorava con le greggi ed a suo dire non le è mai piaciuto.

Dalma, anche oggi che è anziana, è a nostro parere bellissima, i suoi occhi sono limpidi, sorridenti e rispecchiano la sua anima serena e positiva nonostante gli acciacchi dell’età. Conversa con noi apertamente, è sincera, simpatica, ironica. Ha un carattere allegro.
E’ stata la prima di cinque figli e la scuola la frequentò molto poco per aiutare la famiglia.
Imparò l’arte del ricamo giovanissima da Santina Marotta di Lucoli Alto. 
Sposò suo marito Valentino De Santis a ventuno anni appena lui tornò dalla prigionia in Germania, nel 1945: il 9 settembre. 
Insieme ai ricami che hanno accompagnato tutta la sua vita ha costruito una bella famiglia di tre figli.
Ci racconta di aver ricamato con tanti tipi di punto: il punto piatto, il punto rodi, i retini e tanti altri. 
Ha fatto dei lavori anche per la comunità religiosa di Lucoli si ricorda di una tovaglia fatta per l’altare della Chiesa di San Menna.
Ha scritto poesie con i fili ed i nodi, intrecciando fili di cotone per disegnare immagini e parole col sottile prodigio del filato. Le sue mani con i loro movimenti magici hanno lavorato tanto, mani che portavano sempre il ditale inserito dentro il dito medio della mano destra e nel momento che ne era senza, quel dito sembrava talmente scarno dal suo assiduo lavoro. Quelle “sante” mani: che eseguivano i ricami seguendo un sapere acquisito da bambina, erano addolcite dal bene della pazienza, dalla fertilità dell’umiltà, dalla fantasia, mani che si avversavano alla povertà del tempo, ma che le facevano costruire il futuro.
E’ di questi giorni la notizia che verrà premiata la merlettaia più anziana d’Abruzzo: Maria Concetta Egidio, che all’età di 108 anni, sta per ricevere l’Oscar della tradizione, un premio che il Cata (Centro di antropologia territoriale d’Abruzzo) ha deciso di consegnarle, non sarebbe male premiare anche le ricamatrici di Lucoli.
Adolfina e Dalma Chiappini, nella foto con il marito di Adolfina

Quella di Dalma e della sorella Adolfina, anch’essa ricamatrice, sono esperienze che andrebbero non solo ricordate ma valorizzate cercando di tramandare quest’arte alle giovani generazioni, arte che testimonia il fascino indiscutibile di una tradizione che non dovrebbe morire.

Noi abbiamo voluto dedicarle uno spazio per ricordare il suo lavoro e per dirle che è proprio una bella persona!

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