‘Enti locali’, via libera definitivo. Nuove norme per la ricostruzione. Tutto da applicare….e già partono le polemiche

by Amministratore

Con 295 sì, 129 no e nessun astenuto: l’aula della Camera ha approvato ieri, in via definitiva, la conversione in legge del decreto “Enti locali”, numero 78/2015, che contiene – tra l’altro – le nuove norme sulla ricostruzione post-sisma dell’Aquila. Poco prima, con 384 sì e 185 no, l’Aula di Montecitorio aveva votato la fiducia posta dal Governo Renzi sul dl, approvato la scorsa settimana dal Senato sempre con la fiducia.

Dunque, si è messa finalmente mano alla macchina della ricostruzione, un tagliando necessario a sei anni dal sisma seppure non ancora sufficiente a dare tutte le risposte attese dal territorio. 
Sono state introdotte sanzioni e penali per gli inadempimenti di imprese, professionisti, committenti e società fornitrici di servizio, si è deciso che la stazione appaltante per la ricostruzione dei beni ecclesiastici sarà il ministero dei Beni culturali, di concerto con la Curia dell’Aquila capoluogo, sono stati inoltre prorogati, fino al 2017, i contratti per il personale precario della ricostruzione, ma solo quello del Comune dell’Aquila.
Via libera anche alla norma che prevede la possibilità di anticipazione finanziaria per i proprietari che vogliano anticipare i tempi di ricostruzione della propria abitazione anticipando le somme. Vengono inoltre rimossi gli emendamenti sull’incompatibilità tra direttore dei lavori e impresa – tra le norme più contestate all’Aquila – ma solo per progettisti e collaudatori: rimarrà l’incompatibilità tra direttore dei lavori e aziende. Inserito anche l’obbligo per le aziende dell’attestazione Soa. Approvata infine la norma che prevede il finanziamento pubblico per le parti comuni delle seconde case anche nei centri storici dei borghi, così com’era finora per il centro dell’Aquila.
Niente da fare, invece, per l’istruzione delle ‘white list’ delle imprese e degli albi reputazionali (per progettisti e professionisti). La senatrice Stefania Pezzopane, per superare il ‘no’ del Ministero dell’Interno alle white list, ha presentato un emendamento, poi approvato, per l’autocerficazione antimafia per imprese e professionisti, a pena della nullità dei contratti. “Abbiamo dovuto presentare l’autocertificazione, perché altrimenti non ci sarebbe stato nulla – ha poi spiegato – visto che il nuovo codice non prevede che il privato possa richiedere la certificazione antimafia alla Prefettura, nell’ambito della ricostruzione privata”. 
Si tratta, però, di un intervento debole, assai lontano dai principi enunciati nella bozza di legge che aveva istruito l’allora sottosegretario Giovanni Legnini. A sottolinearlo, anche il Procuratore distrettuale antimafia, Fausto Cardella che ha chiesto norme anti-infiltrazione più stringenti, in particolare per gli appalti privati. “Il procuratore ha ragione”, la risposta della senatrice democrat. “In questa direzione molto è stato fatto con il mio ‘pacchetto ricostruzione’ di emendamenti. Nel decreto enti locali – ha spiegato Pezzopane – sono passate misure importanti per gli appalti privati, tra cui l’autocertificazione e la certificazione Soa di aziende e professionisti, le regole per i subappalti e per i contratti, i controlli della Prefettura e della Guardia di Finanzia. Mancano le white list e l’albo reputazionale dei professionisti e le misure procedurali con le mini-gare, contenuti negli articoli 3 e 4 del mio disegno di legge e oggetto di emendamenti a questo decreto che sono stati bocciati, purtroppo per il parere contrario del governo e delle relatrici. Ma io non mollo. Continuerò ad insistere nei prossimi provvedimenti, molto è stato fatto col decreto enti locali e molto si può ancora fare per garantire più legalità e più trasparenza”.
Così come si insisterà, ancora, per la proroga dei contratti dei lavoratori precari impegnati nella ricostruzione dei Comuni del cratere. “Sul tappeto ci sono ancora diverse questioni – ha sottolineato Pezzopane – la proroga dei contratti del personale precario dei Comuni del cratere, dei precari degli Uffici Speciali per la Ricostruzione, il personale preposto all’Ufficio Centralizzato per le Espropriazioni, lo scorrimento delle graduatorie Ripam per i profili che risultano necessari, anche per sostituire chi si è trasferito in altre città o in altre amministrazioni, la previsione di un fondo straordinario per gli assunti Ripam, la possibilità di avviare procedure pubbliche anche per profili professionali e categorie di inquadramento inferiori a quelle già previste nel concorsone, ed altro ancora. Con gli emendamenti approvati nei giorni scorsi ho cercato di intervenire sulle questioni su cui era necessario agire rapidamente. I contratti dei precari del Comune dell’Aquila sarebbero scaduti a settembre e questo era un primo risultato da portare a casa. Per gli altri, come ad esempio il personale dei Comuni del cratere, abbiamo ancora qualche mese in più. Tempo che impiegherò per lavorare affinché nessuno vada a casa e venga lasciato solo”.
Torneranno i fiori alle finestre?
Tratto da: http://news-town.it/cronaca/8817-dl-enti-locali,-via-libera-definitivo-alla-camera-nuove-norme-per-la-ricostruzione.html

Qualcuno ha commentato che questo decreto scontenta tutti dagli ingegneri agli amministratori di condominio, e che blocca, di fatto, la già lenta e faticosa ricostruzione. Un decreto che sancirebbe la fine e il fallimento delle ditte aquilane, piegate da mille difficoltà e abbandonate a se stesse, e che toglie ai cittadini, specialmente quelli che risiedevano in centro storico, le pur esigue speranze di tornare a casa. La legge enti locali prevede, infatti, che il progettista ed il direttore lavori non possano avere avuto rapporti, negli ultimi 3 anni, con l’impresa affidataria dei lavori e/o subappaltatrice. “E’ praticamente impossibile – spiega Masciovecchio (presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila) -. Chi ha introdotto tale norma non conosce affatto il nostro territorio e, soprattutto, la questione di L’Aquila. Ci siamo trovati dinanzi al fatto compiuto con un decreto legge che toglie a tutte le realtà economiche, alcune costituitesi anche di recente, ed ai nostri iscritti la possibilità di lavorare”. Per l’Ordine degli Ingegneri della Provincia dell’Aquila l’unica via e’ quella, appunto, di “stralciare con urgenza quanto previsto attualmente dalla norma se si vuole evitare il rischio “blocco ricostruzione”, ma soprattutto quello relativo alle gravi ripercussioni economiche ed occupazionali sull’intera comunità”. E non e’ l’unico monito lanciato al Governo al quale Masciovecchio ricorda un ulteriore impasse relativa all’ordinanza OPCM n.4013 del 23 marzo 2012 per cui la categoria abruzzese ha fatto ricorso al Tar del Lazio. “Si tratta di una norma iniqua ed assolutamente ingiusta – osserva Masciovecchio -. Troviamo assurdo l’esistenza di una legge che preveda penali anche per l’ingegnere progettista nel caso di ritardi da parte dell’impresa che realizza i lavori. Peccato – conclude – che l’ingegnere progettista non abbia alcuna responsabilità in merito”.

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