LA LEGGE SALVA BORGHI

by Amministratore


Il Parlamento Italiano,  giovedì 28 settembre ha dato il tanto atteso ok al disegno di legge che sostiene e valorizza i Piccoli Comuni del Belpaese. Con 205 sì e 2 astensioni, il Senato dà così il via libera definitivo al provvedimento ribattezzato “Legge Salva Borghi” che per il 2017 stanzia qualcosa come 10 milioni di euro – e 15 milioni per ciascuno degli anni a venire, dal 2018 al 2023 – per una serie di interventi che “portano in Europa, anche l’Italia minore”.
Un fondo da 100 milioni di euro fino al 2023, misure per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi; interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico; messa in sicurezza di strade e scuole e interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico; acquisizione e riqualificazione di terreni e edifici in abbandono; possibilità di acquisire case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo; realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici e di mobilità dolce; possibilità di acquisire di binari dismessi e non recuperabili all’esercizio ferroviario, da utilizzare come piste ciclabili. 
Quindi tra i punti di forza del provvedimento c’è anche quello del recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi, con un connubio di tecnologia e green economy. E poi sono previsti interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico. 
Sono 5.585 i piccoli Comuni in Italia, amministrano più della metà del territorio nazionale e in essi vivono oltre 10 milioni di italiani. 

Ora hanno finalmente una legge che favorisce il loro rilancio, gli amministratori locali dovranno ben utilizzarla. Un provvedimento, arrivato quando ormai sembrava che la legge fosse finita su un binario morto, sul quale però il Parlamento si è mosso in modo corale, a cominciare dal via libera all’unanimità. 

Dopo vari tentativi in quattro legislature diverse, i Comuni con meno di 5mila abitanti hanno dunque un pacchetto di norme concrete che dovrebbe sostenerne la ripresa. 
Questa è una legge che deve essere accolta dall’Abruzzo nel migliore dei modi, dato che solo nella nostra Regione si contano 249 “piccoli comuni” (centri che contano meno di 5000 abitanti), a fronte di 305 comuni totali; più dell’80% quindi, in cui vive il 25% della popolazione abruzzese. 
FONDO DA 100 MILIONI – L’istituzione di un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni per il finanziamento di investimenti per l’ambiente e i beni culturali; la mitigazione del rischio idrogeologico; la salvaguardia e la riqualificazione urbana dei centri storici; la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici; lo sviluppo economico e sociale; l’insediamento di nuove attività produttive. Il Fondo viene istituito con una dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023. 
Alcuni possibili utilizzi:

CASE CANTONIERE – I fondi potranno essere utilizzati anche dai Comuni per l’acquisizione delle case cantoniere e delle stazioni ferroviarie disabitate per realizzare circuiti turistici e promuovere la vendita di prodotti locali. 

CENTRI STORICI – Recupero e riqualificazione dei centri storici, mediante interventi integrati che prevedano il risanamento, la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio, promuovendo la creazione di alberghi diffusi in una logica di efficientamento energetico e di antisismica secondo la metodologia delle “Green Communities”. 
BANDA LARGA – La semplificazione e l’accesso a norme che consentono la diffusione della banda ultra larga nelle aree cosiddette a fallimento di mercato; 
POSTE – la possibilità di realizzare, anche in forma associata e d’intesa con la regione, iniziative per sviluppare l’offerta complessiva dei servizi postali congiuntamente ad altri servizi in specifici ambiti territoriali, attraverso la rete capillare degli uffici postali. 
AGRICOLTURA – Sono previste una serie di norme per facilitare e promuovere la vendita diretta dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile, cioè quelli per i quali le aree di produzione e trasformazione sono poste a una distanza non superiore a 50 chilometri di raggio dal luogo di vendita e in assenza di intermediari commerciali. 
TRASPORTI – agevolazioni nella rete dei trasporti delle aree rurali e montane. Per questi territori la proposta di legge predispone un piano per i trasporti con particolare riguardo al miglioramento delle reti infrastrutturali, nonché al coordinamento tra i servizi, pubblici e privati, finalizzati al collegamento tra i comuni delle aree rurali e montane, e con i comuni capoluogo di provincia e regione e un Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane, con particolare riguardo al collegamento dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione.

Fatta la Legge…..ora occorre renderla fruibile…… come suggerisce Roberto Pella, vice presidente vicario dell’Anci, “se davvero vogliamo rendere concreto il principio che sancisce la specificità dei piccoli centri dobbiamo ora proseguire senza tentennamenti sul percorso intrapreso, a partire da due ineludibili misure: l’aumento del fondo di 100 milioni messo a disposizione dalla legge e l’avvio di una concreta riforma per la semplificazione amministrativa rivolta ai Comuni di minori dimensioni, che troppo spesso si ritrovano a dover adempiere alle stesse innumerevoli scadenze delle grandi città, potendo però contare su un numero di dipendenti marcatamente inferiore“. Ancora più strategica, soprattutto per Lucoli, questa ulteriore considerazione: “…sarà importante lavorare perché anche nell’agenda dei programmi elettorali delle prossime elezioni politiche trovi spazio questo tema, alla luce dei confortanti dati positivi sulla crescita e sull’andamento dell’economia nazionale che dovranno consentire un fattore moltiplicativo rispetto agli attuali stanziamenti. L’obiettivo primario è rendere i piccoli Comuni luoghi attrattivi per i cittadini, con un’alta qualità di vita garantita da servizi sicuri e quasi ‘personalizzati’, luoghi il cui sviluppo darà forza all’economia locale e valorizzerà i beni artistici, il patrimonio storico-culturale e naturalistico che li caratterizzano come unici”.
Siamo convinti che tutta questa legislazione non possa prescindere dal rilancio del concetto di comunità, riabbracciando la qualità della vita delle piccole comunità, riattualizzando il concetto di solidarietà tra le persone per tenere insieme aree interne e grandi città.  Le piccole realtà potrebbero essere una grande risorsa ma occorre coesione, lungimiranza e qualità di amministrazione locale.

You may also like

Leave a Comment