IL TUBIFEX TUBIFEX ROSSANENSIS SCOPERTO A VALLE SETT’ACQUE A LUCOLI

by Amministratore
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Il Tubifex tubifex

Tutto cominciò per capire come mai alcune sorgenti di alta quota a Lucoli avevano una colorazione rosso brillante. Si pensò ad alghe e batteri descritti in alcuni laghetti di montagna, si temette la presenza di qualche inquinante, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che, alla vicinanza, quella colorazione brillante si sarebbe improvvisamente ritratta scomparendo, per poi riapparire, quasi danzando, dopo qualche secondo.
Si trattava di una colonia di Tubifex tubifex, un piccolo innocuo vermicello di pochi millimetri, che vive in sedimenti acquosi. Il suo colore rosso è dovuto ad una sostanza simile alla nostra emoglobina, che utilizza per catturare ossigeno e respirare.
L’attenzione appassionata che a Lucoli viene prestata da attenti ambientalisti verso la fauna e la flora locale porta al voler approfondire gli aspetti naturalistici, geologici ed ambientali, che generalmente restano  materia di studio di cattedratici, è così che si è iniziato a studiare il Tubifex tubifex varietà rossanensis.
La nostra Associazione si spende per promuovere la conoscenza della ricchezza dell’ambiente di Lucoli che risulta elemento indispensabile per promuoverne la valorizzazione e tutela consapevole ed è per questo che pubblichiamo questo articolo sul “vermetto dei fanghi”, di cui, quello scoperto a Lucoli potrebbe costituire una nuova varietà mai studiata prima.
L’anellide Tubifex tubifex vive nei fondali fangosi dei corsi d’acqua, è normalmente considerato un indicatore biologico della qualità delle acque dolci. Questi vermi possono sopravvivere con poco ossigeno agitando le estremità, ricche di emoglobina, sfruttando tutto l’ossigeno disponibile. Essi possono sopravvivere in aree così pesantemente inquinate da materia organica che quasi nessun’altra specie potrebbe sopportare. La sua presenza nelle acque sorgive della valle di Sett’acque consentirà di fare particolari considerazioni sugli ecosistemi a ridottissima presenza umana, ma, ad esempio, soggetti a forte pascolamento  inquinante.
Il verme rossastro fu classificato per la prima volta nel 1774 dal naturalista danese Otto Friedrich Muller (1730-1784).
La valle di Sett’acque ed aree simili rappresentano dei veri e propri laboratori ambientali, dove conoscere ed imparare a proteggere la natura e l’ambiente. Sett’acque è una vallata atipica, a circa 1900 m s.l.m. ed è formata da un substrato arenaceo contornata da calcare. L’arenaria forma uno strato impermeabile e permette la formazione di piccoli scorrimenti e pozzanghere che a causa dell’eccessivo carico del bestiame che vi pascola sono sempre fangose e comunque generano un habitat atipico rispetto ai dintorni. 
Anche il mondo di un piccolo vermetto come il Tubifex, ha rivelato una più grande ed elegante complessità e rappresenta un valido esempio di ricerca interdisciplinare che abbraccia tematiche ecologiche di impatto sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo e, anche sull’economia locale e la qualità della vita delle persone.
Per saperne di più:
Tubifex tubifex pubblicazione realizzata a cura del costituendo gruppo di  lavoro Centro Ricerche di Lucoli – febbraio 2011
Il presente articolo è liberamente tratto dalla pubblicazione citata. 

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