NATALE DI IERI E DI OGGI. PENSIERI PER IL NATALE 2013.

by Amministratore


NATALE DI IERI E DI OGGI

“Vi era in Abruzzo qualche antica usanza natalizia di cui non conoscevo l’origine.
Quando, dopo la messa di mezzanotte, si tornava a casa, nostro padre lasciava socchiusa la porta d’ingresso.
La mamma ci spiegava che, da mezzanotte, la Santa Famiglia vagava per il mondo per sfuggire ai terribili soldati di Erode che avevano l’ordine di uccidere il Bambin Gesù.
Bisognava dunque che, in caso di pericolo, la Santa Famiglia potesse, senza perdere tempo, rifugiarsi nella casa più vicina.
Per questo la porta doveva rimanere aperta, il camino acceso tutta la notte e la tavola apparecchiata, con buone provviste.
La nostra notte di Natale trascorreva di conseguenza nell’insonnia e nell’ascolto più ansioso.
Il minimo rumore ci faceva trasalire. 

Ci si commuoveva all’idea che Maria e Giuseppe col Bambino si rifugiassero in casa nostra. 

Se ne aveva un’impressione che probabilmente avrebbe lasciato una traccia per tutto il resto della vita”.

Ignazio Silone
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Anche ai giorni nostri la festa di Natale rappresenta un evento di straordinaria importanza. Essa viene celebrata con simboli e riti in quasi tutti i paesi del mondo. Infatti in occasione di queste festività, ad esempio tutti siamo soliti addobbare le nostre case, e le strade con i caratteristici alberi di Natale e i Presepi.
Non tutti conoscono alcuni significati dell’albero di Natale (non potevamo non trattare di alberi…) che rappresentava le esperienze di un essere umano fatte durante una vita. L’albero di Natale rappresenta proprio quest’albero della vita. Alla base dell’albero natalizio stanno gli antichissimi usi, presso varie culture, di decorare i vari Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, nonché la credenza che le luci che li illuminavano corrispondessero ad altrettante anime. Egualmente venivano ornati anche i vari alberi cosmici con simboli del Sole, della Luna, dei Pianeti e delle stelle.
In particolare l’abete era sacro a Wotan, il potente dio dei Germani. L’abete è uno degli alberi che mantiene i suoi rami verdi tutto l’anno e anche perché presso la sua forma simmetrica e i rami sempre verdi, simboleggiavano una vita che dura per sempre. Nel Medioevo oltre a significare la potenza offerta alla natura da Dio, l’albero divenne quindi simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra. Nella Bibbia il simbolo dell’albero è peraltro presente più volte e con più significati, a cominciare dall’Albero della vita posto al centro del paradiso terrestre (Genesi, 2.9) per arrivare all’albero della Croce, passando per l’Albero di Jesse.
Un tempo al posto delle luci elettriche, sull’albero venivano fissate le candele, le quali simboleggiavano le perle di saggezza. Le perle di saggezza sono la saggezza che si conquista per ogni esperienza fatta e compresa. Esse sono come delle porte per un futuro equilibrio. Le luci delle candele, che illuminano l’albero, rappresentavano la fiamma sacra che è in ogni essere umano e i potenziali e le possibilità che possono scaturire dalle decisioni o dalle scelte che si fanno durante una vita.
Anche le palline colorate avevano un profondo significato. Infatti oltre ad abbellire l’albero, esse rappresentavano le esperienze che si erano fatte o che si volevano fare.
Ogni cosa sull’albero era una celebrazione. I festoni, ad esempio, simboleggiavano la celebrazione della vita.
La stella che viene messa in cima all’albero, rappresentava la Grande Opera. In parole semplici, la Grande Opera è il viaggio di ritorno a Dio. Il viaggio consiste nel conquistare tutte le perle di saggezza disponibili attraverso le esperienze e nel ricordare chi siamo. La stella in cima all’albero è quindi il punto di arrivo, dove ogni essere umano eventualmente dovrebbe arrivare. Essa veniva posta in cima per ricordare il viaggio di ritorno da completare.
I regali sotto l’albero rappresentavano la grande virtù del dare. Essendo Dio colui che da, quando diamo, senza attaccamento o bisogno di avere indietro, facciamo circolare energia divina. La virtù del dare è tipica dei cuori evoluti.
Per quanto riguarda il Presepe lasciamo che siano le immagini del Presepe realizzato a Casavecchia di Lucoli (AQ) a descrive l’emozione del Natale.

                                                             

Lucoli – Il Presepe di Casavecchia

Pensieri di noi volontari.

Con la nostra attività di volontari abbiamo ritrovato il senso perduto del dono.

Donare è compiere un gesto di gratuità che diventa rivoluzionario. In una società che ha fatto della contrattazione il suo sistema di valore, che conosce solo acquisti e vendite e incontri sociali sulla base dell’“io do una cosa a te e tu la dai a me”, avere a che fare con qualcuno che fa un regalo significa scardinare un sistema, e quindi significa fare un gesto rivoluzionario. 

La rivoluzione non è solo scendere in piazza, ma può essere anche un comportamento che, sfuggendo al vissuto sociale, promuove un mondo diverso e dimostra che è possibile realizzarlo.

Forse, noi uomini e donne dell’associazionismo, non siamo ancora del tutto consapevoli di questa rivoluzione in atto grazie alle tante ore regalate alla nostra Associazione, ai nostri alberi del Giardino Botanico della Memoria, alla salvaguardia dell’Ambiente ed ai nostri progetti per ritrovare le radici di una Comunità. Donare tempo per un ideale di vita migliore implica sempre spreco di fantasia, aumenta i costi personali, impone scelte onerose, perdite di tempo e tante frustrazioni. Noi siamo contenti così e tante volte abbiamo ritrovato il filo sottile del senso dell’esistenza, in questa vita contemporanea, praticando i valori della solidarietà, dell’amicizia e del lavoro per valorizzare un Bene comune del territorio.

Anche per l’anno che verrà vogliamo continuare ad essere “rivoluzionari”, ringraziamo tutti gli amici del nostro gruppo che hanno condiviso fatiche e speranze ed auguriamo a tutti un Buon Santo Natale 2013.

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