CONFERENZA SU VENANZIO LUPACCHINI E LA PARTECIPAZIONE PER UNA CULTURA DI TUTTI E PER TUTTI……….

by Amministratore
La Conferenza su Venanzio Lupacchini si terrà presso il Civil Centre a San Menna di Lucoli sabato 17 dicembre p. v. alle 15.
La targa che ricorda Venanzio Lupacchini a Lucoli

L’evento è patrocinato da: Comune di Lucoli, Dipartimento DISCAB dell’Università dell’Aquila, Società Italiana di Storia della Medicina e Gruppo Italiano di Paleopatologia.

L’evento di prossima realizzazione è un’attività culturale promossa dall’Amministrazione comunale rivolta a ripercorrere la storia locale attraverso l’opera dei suoi insigni cittadini. 

La conferenza percorre il filone dell’alleanza tra potere e memoria di una comunità.

Ci eravamo offerti di partecipare a questo lodevole evento realizzando a nostra cura un semplice programma divulgativo sullo scrittore per i bimbi delle scuole di Lucoli, in modo da affiancare questa iniziativa rivolta ad un pubblico di adulti e, forse, di colti, con un’altra essenziale e semplificata dedicata alle generazioni del futuro. Il Sindaco si era dimostrato interessato ed avrebbe dovuto, su sua indicazione, metterci in contatto con i relatori della conferenza per progettare le linee della comunicazione da tradurre in immagini per i ragazzi. I numerosi impegni dell’Amministrazione, forse, hanno impedito di dare seguito alla nostra offerta di volontari e non se ne è fatto nulla. 

Ci dispiace potevamo essere utili.

Non possiamo che prendere atto di una certa “opacità” e difficoltà di relazione dell’Amministrazione con la nostra Associazione (che porta anche a non rispondere a nostre missive formali) e, evidenziamo, a nostro parere, una solitudine dell’Amministrazione Comunale di Lucoli, che sta percorrendo vie di cattivi esempi di governo, non centrati sulla collaborazione, che si sa richiedono investimenti ed energie, capacità di concertare, pazienza e spirito di servizio verso la Comunità (tutta: anche quella costituita da non residenti).

Il “servire” una comunità senza far degenerare l’azione di governo in un mestiere, amministrando la vita locale, alimentando la sussistenza dell’interesse pubblico e la partecipazione di tutti i portatori d’interesse agli eventi comuni è uno specifico obbligo della politica. 
Cattive prassi portano al crollo della fiducia e non contrastano un declino locale da molti paventato e considerato inevitabile.

Legalità, trasparenza, democrazia e partecipazione dovrebbero essere il metodo attraverso il quale ridare a Lucoli un’amministrazione competente, efficiente ed efficace. 

La promozione della cultura di tutti e per tutti (ad ogni livello di di educazione e di fascia di età) dovrebbe diventare un’occasione di crescita diffusa per la valorizzazione delle risorse del territorio e di quelle che lo amano.

Un conferenza di “dotti” cattedratici, spesso autoreferenziati, con discenti esperti della materia rischia di divenire incomprensibile ai non addetti ai lavori, ci auguriamo comunque il successo dell’iniziativa.
La “dotta” allegoria del Buono e del Cattivo Governo, dipinta da Ambrogio Lorenzetti tra il 1328 e il 1340 nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena.
Bellissima ma di difficile interpretazione.


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4 comments

Anna Rita 13 Dicembre 2016 - 10:41

bel dipinto 🙂

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amministratore 13 Dicembre 2016 - 10:47

Per saperne di più: Allegoria del Cattivo Governo, 1338-1339, Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena.
Si trova sulla parete laterale sinistra, più precisamente nella zona destra della parete. Dipinto in maniera speculare all'Allegoria del Buon Governo, doveva permettere il diretto confronto didascalico con quell'affresco. Al centro siede in trono la personificazione della Tirannide (Tyrannide), una mostruosità con le zanne, le corna, una capigliatura demoniaca, lo strabismo e i piedi artigliati, in decisa contrapposizione con il Comune nell'Allegoria del Buon Governo. La tirannide non ha alcuna corda vincolante e ai suoi piedi è accasciata una capra nera demoniaca, antitesi della lupa allattatrice dei gemelli. Sopra di lei volano tre vizi alati, sostituitisi alle tre virtù teologali dell'altro affresco. Questi sono l'Avarizia (Avaritia), con un lungo uncino per arpionare avidamente le ricchezze e due borse le cui aperture sono strette in una morsa, la Superbia (Superbia), con la spada e un giogo, e la Vanagloria (Vanagloria), con uno specchio per ammirare la propria bellezza materiale e una fronda secca, segno di volubilità.
Accanto alla Tirannide siedono invece le personificazioni delle varie sfaccettature del Male, opposti alle virtù cardinali, alla Pace e alla Magnanimità dell'Allegoria del Buon Governo. A partire da sinistra troviamo la Crudeltà (Crudelitas), intenta a mostrare un serpente ad un neonato; il Tradimento (Proditio), con un agnellino tramutato in scorpione a livello della coda, simbolo di falsità; la Frode (Fraus), con le ali e i piedi artigliati; il Furore (Furor), con la testa di cinghiale, il torso di uomo, il corpo di cavallo e la coda di cane, simbolo di ira bestiale; la Divisione (Divisio), con il vestito a bande bianche e nere verticali (rovesciamento della balzana senese, che invece ha le bande orizzontali) e con la sega, antitesi della pialla livellatrice di contrasti della Concordia nell'Allegoria del Buon Governo; la Guerra (Guerra), con la spada, lo scudo e la veste nera.
Sotto la Tirannide troviamo invece la Giustizia, che era assisa in trono nell'Allegoria del Buon Governo, ma che adesso è a terra, soggiogata, spogliata del mantello e della corona, con le mani legate, i piatti della bilancia rovesciati per terra e l'aria mesta. È tenuta con una corda da un individuo solo piuttosto che dalla comunità intera. Accanto a lei ci sono le vittime del malgoverno, cioè i cittadini.

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Anonimo 2 Febbraio 2017 - 7:36

Leggo con stupore quanto pubblicate riguardo la conferenza su Venanzio Lupacchini tenutasi a Lucoli il 17 dicembre scorso.
Ero presente e mi chiedo se per caso non vi riferiate ad un altro evento, dal momento che la presentazione di quelli che definite “dotti cattedratici spesso autoreferenziati” tutto è stata fuorchè incomprensibile e per addetti ai lavori.
Porto un parere assolutamente super partes, dal momento che non conosco affatto le realtà locali, abito in un'altra regione e venivo a Lucoli per la prima volta in vita e in Abruzzo per la terza, dopo oltre dieci anni di assenza. Sono medico anatomopatologo ed interessata di paleopatologia, mio marito è invece appassionato di pastorizia ed abbiamo una piccola fattoria : è facilmente comprensibile perché, nonostante la notevole distanza, siamo venuti fino al vostro bel paese incastonato tra le montagne per conoscere ed apprezzare una figura come Lupacchini che, destinato pastore, divenne scienziato.
Alla conferenza hanno anche voluto assistere i nostri due figli maggiori, di dieci e dodici anni ed è proprio questo il punto che vorrei portare alla vostra attenzione: la conferenza che voi definite a priori per addetti ai lavori è risultata per loro estremamente comprensibile grazie alla bravura dei relatori, dei quali non spetta certo a me giudicare le referenze, nel trattare argomenti complessi di storia e storia della medicina in modo scorrevole e piacevole anche per chi era estraneo a tali tematiche.
Quindi si è trattato a mio avviso di un evento assolutamente ascrivibile ad una “promozione culturale di tutti per tutti” come giustamente chiedete e, avendo avuto esperienza diretta di quanto affermo e non basandomi su preconcetti, posso solo auspicare che in futuro esprimiate un giudizio meno severo verso tale genere di iniziative.
Dr.ssa Luisa Ferrari

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amministratore 2 Febbraio 2017 - 8:07

Grazie della risposta,
gentile signora credo che Lei abbia estrapolato alcune frasi dal testo non tenendo conto dei discorsi completi e del senso complessivo del post.
Abbiamo scritto: "La promozione della cultura di tutti e per tutti dovrebbe diventare un'occasione di crescita diffusa per la valorizzazione delle risorse del territorio e di quelle che lo amano.
Un conferenza di "dotti" cattedratici, spesso autoreferenziati, rischia di divenire incomprensibile ai non addetti ai lavori, ci auguriamo comunque il successo dell'iniziativa (pur non essendo stati neanche invitati)". Ciò in riferimento ai seguenti concetti:
1) la nostra Associazione si era offerta di lavorare con i docenti per realizzare un programma sintetico da far illustrare dai maestri dei bambini della scuola locale. L'idea si è arenata non per nostra volontà.
2) "Cultura di tutti e per tutti" perché ciò non è avvenuto, ad esempio i bambini della scuola locale, le loro famiglie, i loro insegnanti, non sono stati coinvolti. Le persone di Lucoli a quanto mi è stato riferito non rappresentavano la maggioranza dei presenti. Senz'altro c'erano persone come lei e suo marito interessate alla conoscenza specifica di per se molto specialistica.
3) Conosciamo la valenza del Professor Raffaele Colapietra memoria storica del territorio aquilano e non solo, conosciamo la sua competenza e anche le sue potenzialità didattiche, quelle degli altri relatori no.
Ci dispiace che abbia rilevato, in modo poco attento, che quanto espresso fosse frutto di preconcetti. Lei ha detto che non conosce i fatti locali ed è proprio di questi che volevamo trattare, senza preconcetti, ma con esperienze dirette: "la cultura a tutti e di tutti" significa per noi, lavorare insieme, decantare il più possibile i livelli della conoscenza per renderla fruibile a tutte le fasce della popolazione locale, significa lavorare in collaborazione con l'Amministrazione locale e le associazioni del territorio: questo non ci riesce.
Questo era il senso dell'articolo. Apprezziamo Lupacchini, ne abbiamo anche scritto su questo blog, per questo vorremmo portarlo nelle scuole, vorremmo che la comunità ne fosse orgogliosa conoscendolo di più.
Il post non metteva in discussione né la figura del cittadino di Lucoli né la conferenza in se stessa, proponeva altro.
Il "giudizio severo" come lei lo definisce era un grido di dolore che rimarcava la solitudine e l'inefficacia delle relazioni volte a promuovere la cultura locale e la collaborazione tra i volontari, Enti preposti e Comunità.
Grazie di essere venuta a Lucoli.

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