In cerca di San Franco, uno degli esempi “più riusciti” dell’essere umano.

by Amministratore

Il 5 Giugno 2021 è stata la festa di San Franco di Assergi e NoiXLucoli ha proseguito il suo cammino verso la conoscenza di questo monaco che fu tanto vicino a Lucoli.

Nacque a Roio (L’Aquila) tra il 1154 e il 1159, San Franco entrò nel monastero benedettino di San Giovanni Battista a Lucoli, nel quale rimase venti anni. Poi si diede alla vita eremitica, cibandosi di quello che la terra offriva nei boschi presso Lucoli. In seguito cominciò a errare sulla catena centrale dell’Appennino abruzzese. Infine, visse sui monti di Assergi. Nel luogo in cui avrebbe miracolosamente fatto scaturire acqua da una roccia esiste ancora una fonte detta “l’acqua di san Franco”, che i devoti bevono.
Come si avvicina un’Associazione del territorio, contemporanea e laica, alla riscoperta di queste radici storiche e spirituali di Lucoli?
Senz’altro è stato l’amore per l’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli, la principale motivazione volendo i nostri soci valorizzarne la storia e i significati che la rendono ancora oggi testimone ed esempio cristiano di una Comunità.
Insieme all’associazione “Assergi: cultura, memoria e montagna” nata di recente, ottobre 2019, proprio in occasione dell’evento Ottocentenario di San Franco, abbiamo imparato tanto sulla memoria di questo Santo che costituisce una delle più antiche tradizioni del paese di Assergi, mentre a Lucoli è pressoché sconosciuto.
Da laici ci siamo confrontati con il concetto di santità: e abbiamo scelto quello che presenta un modello, di bellezza di una creatura umana; ci sono piaciute le testimonianze esemplari al messaggio evangelico tramandate sulla figura di San Franco, collegate al rispetto del Creato, della natura e fatte della quotidianità dei piccoli gesti, realizzati a rischio della vita e senza mai far conto dei particolari interessi personali.
San Franco che chiese alla vita un senso. La storia della sua vita evidenzia questa richiesta di senso che fu anche, una larvata protesta nei confronti di una certa ipocrisia di una società che già mostrava i segni dell’opulenza, a cui Franco oppose la scelta della radicalità cristiana, un atteggiamento analogo a quello che sarà di Francesco d’Assisi, sia pure declinato in forme diverse.
Con gli amici di Assergi i nostri soci hanno partecipato ad un percorso di studio e di approfondimento territoriale: volendo recuperare la memoria, il passato e, attraverso di esso, ricostruire una linea storico identitaria anche di Lucoli.
In questo percorso anche i nostri soci hanno cercato le tracce del Santo nelle montagne di Lucoli, immaginandolo alla ricerca di frutti di bosco, mentre esercitava l’apostolato occasionale. Quante liti tra pastori avrà sedato; quante dispute tra piccoli proprietari, magari per problemi di confini, avrà composto; quanti consigli a vecchi e giovani avrà dispensato; quante ferite dell’anima avrà curato; e quanta paziente direzione spirituale avrà esercitato anche tra i suoi stessi confratelli nell’Abbazia di San Giovanni. Abbiamo amato di questo Santo il suo rapportarsi alla natura stessa come ad un miracolo permanente (per chi la voglia vedere con gli occhi della fede): il grano che cresce, l’acqua che scorre, gli alberi che danno frutti, forse anche quelli del Giardino della Memoria in cui crediamo tanto.
Il 5 Giugno u.s. durante la messa Padre Carmine nella sua omelia ha richiamato sinteticamente la storia dell’Eremita del Gran Sasso: “Siamo qui per onorare Dio, ringraziare Dio, di averci dato San Franco. Voi sapete bene che questo Santo, che ha finito la sua vita sul Gran Sasso, ha avuto la sua origine a Roio, Il fatto è che lo volevano piegare al mestiere di famiglia, pascolare le pecore, ma lui che cosa fa? Se ne scappa. Avvertiva una chiamata di Dio e questa chiamata lo porta al monastero di San Giovanni di Lucoli. Quando qui muore l’Abate, viene nominato successore, ma rifiuta. Amava la libertà, amava la vita ritirata. Significa che voleva stare da solo e lontano da tutti? No, era per potersi riempire di Dio”.
Siamo contenti di questa attività di ricerca, durata più di un anno, che ci ha arricchiti tutti in conoscenza e consapevolezza. Abbiamo partecipato a questo percorso seguendo le nostre finalità statutarie e collegando il nostro sentire alla natura ed alla biodiversità: due alberi in più uno a Lucoli e un altro ad Assergi ricordano la vita di San Franco ed i suoi miracoli.

 

 

Abbiamo donato agli amici di Assergi una quercia che è stata piantata presso la Porta del Colle ove si è svolta una semplicissima cerimonia: il parroco Don Manuel Cepeda ha proceduto alla scopertura di una bellissima scultura a ricordo; ha pregato e benedetto la pietra-dedica e la piccola pianta di quercia da noi donata.
La scultura è stata realizzata su una pietra grezza locale fornita da Paolo Acitelli e lavorata dallo scultore aquilano, originario di Tornimparte, Marino Di Prospero.
Tra il pubblico i rappresentanti dei paesi aquilani e teramani che onorano S. Franco, in particolare Roio, Arischia Ortolano e i nostri soci.
Ringraziamo l’Associazione “Assergi: cultura, memoria e montagna” per averci consentito di realizzare questo percorso.
Ivana Fiordigigli, Presidente dell’Associazione di Assergi con i nostri soci.

 

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