ALCUNE AMICIZIE CHE VENGONO DA LONTANO SONO LE PIU’ FORTI

I VIAGGI DEI SOCI DI NOIXLUCOLI CON IL KEREN KAYEMETH LEISRAEL

by Noi x lucoli

I viaggi sono interessanti per i posti, le mete che uno sceglie e un viaggio in Israele è ricco di stimoli e meraviglie da scoprire, a maggior ragione se è un “viaggio studio” con il focus sull’agricoltura, l’ambiente e le comunità.

I viaggi del Keren Kayemeth LeIsrael Italia, nostro partner estero per la realizzazione del Giardino della Memoria di Lucoli, sono pieni di incontri e scoperte. Ma c’è un’altra cosa importante che abbiamo capito: in queste iniziative la differenza la fanno le persone. Sono le persone che incontri, quelle dei gruppi che si costituiscono, che condividono con te lo stesso percorso e con cui fai il cammino che ti segnano. Senza di loro i nostri “viaggi studio” sarebbero stati diversi e forse non sarebbero stati così belli. È a tutte le persone dei tre viaggi studio a cui abbiamo partecipato che vogliamo dire grazie. È grazie a loro che abbiamo scoperto che sono le persone che partono per Israele, con una motivazione altissima, la parte più bella del viaggio. È merito loro se dopo questi viaggi ci sentiamo arricchiti anche perché coltiviamo amicizie che incontriamo a distanza di tempo. E’ merito loro se desideriamo ripartire il più presto possibile per una nuova avventura in questo Paese meraviglioso.

Ci sono venuti a trovare al Giardino della Memoria: Silvia, Giovanna, Paolo e Pino il seme della loro conoscenza deriva dal Viaggio Studio in Israele del 2019.

Silvia Senesi, un architetto che esercita la sua professione a Roma. Appassionata di piante. Nel 2019 ci siamo incontrati in un indimenticabile viaggio nel deserto di Israele organizzato dal KKL e lì è venuta a conoscenza dei progetti della nostra Associazione e del Giardino della Memoria del Sisma del 2009 di Lucoli. A distanza di tre anni ci siamo rincontrati a Lucoli.

Queste le parole di Silvia Senesi: “mi ha molto emozionato visitare con la mia collega Giovanna ed i nostri consorti questo luogo così speciale che conserva e tutela le specie autoctone abruzzesi di alberi da frutto ormai rari, come segno, non solo di memoria per le vittime, ma di conservazione e di preservazione per il futuro dei beni preziosi vegetali di questa società e cultura.

La fatica, la passione, il rispetto e l’amore per ogni albero, il racconto di chi l’ha adottato, la cura per i particolari si avvertono e sentono ad ogni passo camminando nel Giardino.

Il lavoro dei bambini di Lucoli e di Avezzano con i loro disegni a mosaico pieni di colori, luce e desiderio di natura ed armonia sintetizza pienamente lo scopo di questo luogo: il rispetto del Dono della Vita e la custodia del creato nel rispetto delle biodiversità che ci circondano.

Curare un albero, innaffiarlo, potarlo, preservarlo, in fondo è un lavoro antico che ha un valore immenso per ogni essere vivente, quasi come una preghiera continua dell’umanità. Grazie di questa esperienza così coinvolgente”.

 

Giovanna Ressa, anche lei architetto, ci regala, dopo la sua visita al Giardino questa testimonianza: “l’Abruzzo è una regione che regala sorprese. Sono stata adottata da oltre vent’anni da questa parte dell’Italia a cui la mia famiglia non appartiene per origine e, ancora oggi, ne subisco il fascino naturale e spontaneo e avvincente di cui è carico questo complicato territorio. Paesaggi di alta montagna appenninica e litorali cangianti e accoglienti sono a portata di mano tanto che sembrano sfiorarsi. Così come città popolose e paesi che sembrano antiche cartoline, restano tuttora distanti tra loro solo pochi chilometri, come in un mondo ancora incontaminato. Ogni anno questo territorio è per me una rivelazione. Un regalo. Quest’anno ho scoperto Lucoli. Un paese che non esiste come unità, ma che è formato da diversi nuclei abitativi che si aggrappano ai rilievi del Parco Sirente Velino e che si aggregano sotto lo stesso “cognome”. A Lucoli sono andata per visitare l’Abbazia di S. Giovanni Battista. Monastero benedettino con struttura originaria risalente a prima dell’anno mille. Un’architettura robusta e luminosa che nonostante i danni del terremoto del 2009 mantiene inalterato l’incanto e suscita emozioni ad ogni scorcio. Abbiamo conosciuto alcune persone dell’Associazione NoiXLucoli: Emanuela, Fabrizio e Marcello ci hanno accolto con un sorriso indimenticabile e, oltre all’Abbazia aperta sotto la sorveglianza di Claudio, ci hanno fatto da guida aiutandoci a scoprirne anche il Giardino della Memoria. I nostri sguardi e i nostri passi, dietro di loro, si sono così spostati dal costruito per scoprire altre meraviglie. Negli stessi luoghi dove una volta la cittadinanza aveva dedicato un Parco della Rimembranza ai caduti della grande guerra, oggi è tornato a germogliare un nuovo giardino, fortemente voluto dai soci di NoiXLucoli: il Giardino della Memoria delle vittime del terremoto dell’Aquila, 309 persone i cui nomi sono scritti a mano in modo indelebile su 45 piastrelle di ceramica bianca. Un segno che è consegna al futuro del ricordo di quelle tante, troppe, vite spezzate all’improvviso da un sisma terribile di cui sono ancora visibili e sensibili molte delle cicatrici. Un segno che è diventato seme germogliando intorno a sé una quantità di piante uniche e sorprendenti che hanno anche lo scopo di preservare la biodiversità vegetale del territorio. Ma la sorpresa non finisce qui. Ogni albero è stato adottato da persone il cui nome è segnalato da una iscrizione posta ai piedi delle piante. Ogni albero è così diventato parte di una famiglia. Compagno di una vita. Motivo di speranza per uno e per tanti. Impegno tangibile e condiviso verso il futuro. Un futuro che non sarebbe rassicurante e luminoso senza l’impegno di persone come i soci di NoiXLucoli che dedicano ogni giorno tempo, risorse, pazienza ed entusiasmo ad alimentare e preservare quello che abbiamo di più prezioso al mondo: l’amore tra gli esseri umani e verso tutto il resto del creato“.

Giovanna e Silvia vi ringraziamo per queste belle parole per le quali siamo sicuri che abbiamo raggiunto il nostro scopo: trasmettere la forza e gli ideali di questo luogo che curiamo da volontari: un “Giardino quasi impossibile” come dice Silvia.

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