NOTIZIE DA MONTE SAN MARTINO TRUST E DA NICK YOUNG CHE HA LASCIATO UNA LOCANDINA APPESA A LUCOLI SEGUENDO L’ITINERARIO DI FUGA DI SUO PADRE DAL CAMPO PG49.

by Amministratore
To NoiXLucoli
Nick Young
Nick Young e sua moglie Helen hanno realizzato un viaggio in Italia seguendo il percorso di Leslie Young dopo essere fuggito insieme a 600 altri prigionieri dal PG49 a Fontanellato, vicino a Parma, fuga riuscita dopo l’Armistizio del settembre 1943. 
Nick ha realizzato un viaggio di scoperta e si è recato anche a Lucoli che ha definito “deserted”, abbandonato, inserendo una foto del Colle.
In Lucoli, another mostly-deserted village nestling picturesquely into the hillside, they found a “reasonable billet” the next night, Dad grumbling about his painful heel.
Dopo aver trovato un volantino da lui affisso abbiamo scritto a Nick e quella che segue è la sua risposta:

“Many thanks for your message to the Monte San Martino Trust website.
I am Chairman of the Trust – and also the person who left the message in Lucoli which you saw, about my father. My father spent some weeks in the Abruzzi as an escaping prisoner of war in 1943/44 and I have recently been in your beautiful country, following his route. I attach a copy of the Blog about my journey. I am sorry it is in English, not Italian! As you will see, he stayed in Corvaro, very near to Lucoli, for three months during the winter of 1943.
As you will have seen from our website, the Monte San Martino Trust gives one-month study bursaries that the Monte San Martino Trust grants to Italians aged 18-25.
You can read about the bursaries on our website, www.msmtrust.org.uk, clicking on the link Students.
In essence, we grant about 30 bursaries each year for study at an English language school in London or near Oxford. A Trust volunteer meets the student on arrival in the UK and the Trust pays for the tuition and home stay near the college. The student pays for his/her air fare.
Applications are made by completing a form and sending it to Sig. Antonio Millozzi, who lives at Monte San Martino in le Marche and is our representative in Italy. The final selection is made in London. Applications have to be sent by 31st January for a bursary in that calendar year. Students may arrive at any time during the year.
Our students come mainly from areas such as le Marche, Emilio-Romagna and Abruzzo where prisoner of war camps were sited. The only firm condition is that a student must arrive before her/his 25th birthday.Students do not have to be descendants of contadini who sheltered escaping prisoners of war like Leslie Young, but many have been. We like to take students with connections to villages that suffered during the war, such as Lucoli. Applicants should explain why they believe the Trust’s values are important in today’s world.
I also attach an introduction to the Trust, in Italian – although your English is very good!
Cos’è “Monte San Martino Trust”
I do hope this is the information you are seeking. Thank you very much for your interest.
With best wishes”.

Riportiamo il testo del diario di viaggio di Nick che lo ha visto, nell’undicesimo giorno, a Lucoli.
Lucoli abbandonata (Deserted Lucoli).
Guidando verso sud, siamo entrati in una zona più industriale, più trafficata, i paesi più vicini all’Aquila, e immaginavamo che, nel 1943, i pericoli crescevano  in misura maggiore per i due fuggiaschi. La conformazione geografica li aveva costretti a scendere dalle colline facilmente, per attraversare la strada principale e la linea ferroviaria fino a Roma dalla costa orientale. Trovammo il ponte che, secondo il diario di papà, era molto presidiato da soldati e per questo, lo avevano dovuto costeggiare, fino ad un punto dove strada e rotaia si avvicinavano tanto da consentirgli di passare tra i convogli di passaggio dell’esercito tedesco. Proprio mentre uscivano da questa zona, risalendo verso le colline, si imbatterono in un paese dove, per la prima volta in quasi due mesi, fu loro rifiutato cibo o riparo di qualsiasi tipo, e così furono costretti passare una notte sulla montagna all’aperto. Poi, al mattino, iniziarono una durissima scalata della desolata vetta di 6.000 piedi del Monte Cava che si stendeva tra loro e il villaggio di Corvaro verso il quale si stavano dirigendo, deviavano leggermente verso sud ovest, e speravano, da notizie ricevute, in un altro sbarco alleato a nord di Napoli prima dell’inverno. Corvaro durante la nostra visita ci sembrò scorrere giù per la montagna come la lava. La parte vecchia, sostanzialmente distrutta nel terribile terremoto di Avezzano del 1915, è stata in gran parte abbandonata, e il villaggio si è esteso sulla pianura ai piedi della montagna. Ci fermammo solo brevemente, con l’obiettivo di tornare dopo il fine settimana, ma furono trattenuti da Cristina, che lavora nel museo locale e voleva sapere chi eravamo e perché eravamo a Corvaro……
“Driving on south we entered a busier, semi-industrial area, the villages closer together as we drew nearer to L’Aquila, and the dangers growing correspondingly greater for the two escapers. Geography had forced them down from the hills briefly, in order to cross the main road and railway line to Rome from the east coast. We found the heavily-guarded bridge that, according to Dad’s diary, they had had to skirt, and the place where road and rail came close together in a cutting and they were able to scamper across between passing German Army convoys. It was as they were coming out of this patch, heading back up into the hills, that they came upon a village where, for the first time in nearly two months, they were refused food or shelter of any kind, and so they were forced to spend a night on the bare mountain. In Lucoli, another mostly-deserted village nestling picturesquely into the hillside, they found a “reasonable billet” the next night, Dad grumbling about his painful heel. Then, in the morning, they began a frightful climb up and over the bleak 6,000 foot peak of Monte Cava which lay between them and the village of Corvaro for which they were heading, their route now taking them slightly west of south, hoping perhaps for news of another Allied landing north of Naples before winter set in. Corvaro seems to flow down the mountain like lava. The old part, substantially destroyed in the terrible 1915 Avezzano earthquake, has been largely abandoned, and the village has sprawled onto the plain at the foot of the mountain. We paused only briefly, aiming to return after the weekend, but were held in conversation by Cristina, who works in the local museum and wanted to know who we were and why we were in Corvaro”…..

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2 comments

Anonimo 16 Febbraio 2018 - 9:05

da Beti Piotto

QUANTE STORIE: TUTTE DIVERSE TUTTE UGUALI
la guerra ed il potere fanno spesso perdere quello che, invece, ci dovrebbe distinguere: L'UMANITA'.
Lo disse anche Einstein: dimenticate pure TUTTO ma conservate l'umanità.
Tante storie di guerra. Ne ho sentite tante a casa da un padre e i suoi fratelli, tutte diverse, tutte uguali. Un filo rosso che collega storie di ingiustizia.
Viene da domandarsi perché quelli che la guerra la vogliono, fanno in modo che i propri figli non la combattano. Lo hanno fatto generali italiani e, più recentemente, dittatori criminali argentini.
In questo caso c'è una borsa di studio, frutto dell'amore e della pietà per un passato amaro. E' commovente. Grazie Nick Young.

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Anonimo 16 Febbraio 2018 - 9:05

da Beti Piotto

QUANTE STORIE! TUTTE DIVERSE MA, IN FONDO, TUTTE UGUALI
Tutte storie figlie della barbarie, dell'assurdità di certe posizioni umane.
Le discipline orientali consigliano: prima di entrare in conflitto (guerra o semplice battibecco), valutiamo se l'argomento che ci porta a contendere sarà sempre fondamentale fra 30 o 40 anni.
Infatti, antichi nemici sono ora fratelli d'Europa.
Non sono una che vive del "se avessi…" ma mi dispiace non aver raccolto in uno scritto le tante storie che mi raccontò quel "tornado" positivo che fu mio padre.
Beti Piotto

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