LE PIANTE DEL GIARDINO DELLA MEMORIA: la Lavanda

by Amministratore

Nell’”orto dei semplici” che abbiamo allestito nel Giardino della Memoria possiamo trovare molte essenze botaniche.
I “semplici”, ossia le piante officinali, furono nei secoli e lo sono ancora oggi, attraverso i loro principi attivi, il fondamento della terapia che è antica quanto l’umanità. Verso la fine del sec. VI il dottissimo Vescovo di Siviglia, Isidoro, consigliava di coltivare le piante medicinali in un “Orto botanico” (botanicum herbarium).
Nel silenzio delle abbazie anche i monaci si dedicarono alla ricerca delle erbe e alla loro coltivazione nei giardini claustrali. Ma gli “orti dei semplici” veri e propri sorsero e si svilupparono nel Rinascimento: secondo alcuni autori, pare che sia stato Nicolò V, per primo, a realizzare la prima collezione di piante rare nei giardini vaticani “in modo da formare un orto dei semplici”. Secondo altri, si deve a Leone X e a Leonardo da Vinci la fondazione dell’orto dei semplici in Vaticano poiché proprio per l’interessamento di Leone X fu istituita a Roma nel 1513 la cattedra di Botanica e, l’anno successivo, vi fu chiamato come Lettore Giuliano da Foligno. Purtroppo, ai giorno d’oggi molte cose sono cambiate; ecco quanto scrive sull’argomento un autore moderno, il Lieutaghi: “il mondo delle erbe non è più quello che conoscevano i nostri nonni, di anno in anno esso si degrada e si uniforma. Gli uomini non hanno compreso l’importanza della natura, senza un pensiero di riconoscenza essi le hanno chiesto il loro cibo, le loro bevande, le medicine, il legname, le vesti, tutto ciò che era necessario per formare una civiltà, in cui la parola natura però non compare che sugli affissi della pubblicità per i club delle vacanze. Da un lato respinta per l’invasione delle città, delle industrie, dall’altro dal deserto che si forma dinanzi ad essa per opera di una agricoltura incosciente, la popolazione delle piante ha il fiato corto. Già diverse dozzine di specie si sono estinte da un secolo a questa parte, e ad ogni giorno che trascorre una minaccia pende su quelle che ancora resistono”.
Ci piace pensare che anche nell’Abbazia di San Giovanni Battista l’interesse per le piante medicinali fosse vivo nei monaci che nei tempi passati l’abitavano. I vari depauperamenti subiti nei secoli dall’Abbazia, purtroppo, hanno distrutto le documentazioni più antiche dell’opera silenziosa e tradizionale dei monaci, oggi, con il beneplacido dei Parroci la nostra Associazione si sta impegnando nella cura di un piccolo “orto dei semplici”. Periodicamente pubblicheremo le schede di alcune piante officinali piantate sulla muraglia del Giardino della Memoria.
LAVANDA: nomi popolari e scientifici:
Spigo, Nardo, Erba di San Giovanni, Lavender, Lavande, Aspic,
(1) Lavandula officinalis Chaix, Lavandula angustifolia Miller; (2) Lavandula latifolia L.

PERIODO BALSAMICO
Primavera
DESCRIZIONE BOTANICA
Arbustopianta perenne più piccola degli alberi-legnosa-ramificata a breve distanza dal terreno o sorgente con più fusti da terra. Piccolo sempreverde alto fino ad 1 mt con foglie lanceolate molto allungate, a forma di lancia e fiorellini violetti.
FITOTERAPIA
Droga utilizzata: fiori o sommità fiorite.
PRINCIPI ATTIVI
Olio essenziale contenente linalolo, acetato di linalile, limonene, cineolo, canfora, α-terpineolo, β-ocimeni; tannini, acido ursolico, flavonoidi, sostanze amare.
PROPRIETÀ:
+++ AROMATIZZANTE
+++ CARMINATIVO – ANTIFERMENTATIVO
+++ COSMETICO
+++ DIURETICO ANTISETTICO ANTIPUTRIDO
+++ IDROCOLAGOGO
+++ IDROCOLERETICO
+++ SEDATIVO O CALMANTE SISTEMA NERVOSO CENTRALE
+++ SPASMOLITICO FEGATO E VIE BILIARI
+++ SPASMOLITICO INTESTINALE
++ ANALGESICO (GASTRICO)
++ ANALGESICO O ANTALGICO
++ BALSAMICO RESPIRATORIO
++ COLAGOGO
++ COLLUTTORIO BATTERIOSTATICO ORO-FARINGEO
++ DERMOPURIFICANTE DERMOPROTETTIVO (USO ESTERNO)
++ DIURETICO
++ SPASMOLITICO ANTISPASMODICO
++ SPASMOLITICO VIE RESPIRATORIE
+ ANTISETTICO
+ BRONCODILATATORE ANTIASMATICO
+ CICATRIZZANTE O VULNERARIO
+ EPATOPROTETTORE ANTIEPATOTOSSICO DEL FEGATO
+ TUSSIFUGO

INDICAZIONI:
+++ ANSIA E AGITAZIONE NERVOSA
+++ COLICHE BILIARI
+++ INFEZIONI (VIE RESPIRATORIE)
+++ INSONNIA
+++ METEORISMO FLATULENZA E FERMENTAZIONI INTESTINALI
+++ SPASMI E DOLORI SPASMODICI DI VARIA NATURA
++ ASMA BRONCHIALE E BRONCOSPASMO
++ CEFALEA O MAL DI TESTA – EMICRANIA
++ COLICHE INTESTINALI
++ DERMATOSI
++ FARINGITE E RINOFARINGITE
++ GASTRALGIA O MAL DI STOMACO
++ INFEZIONI O INFIAMMAZIONI (VIE UROGENITALI)
++ INSUFFICIENZA EPATOBILIARE E INTOSSICAZIONE DEL FEGATO
++ IPERTENSIONE ARTERIOSA (IPOTENSIVO PERIFERICO)
++ PARASSITI DELLA PELLE (INSETTI – ACARI – SCABBIA)
++ PRURITO
+ EPATITE
+ FORUNCOLOSI
+ INAPPETENZA E ANORESSIA
+ LESIONI CUTANEE – PIAGHE FERITE ABRASIONI E SCREPOLATURE (USO TOPICO)
+ NEVRALGIE (+)
+ STEATOSI EPATICA (NON ALCOLICA)
+ TOSSE

ESTRATTI:
Lavanda Olio Essenziale
1-4 gtt al giorno su zolletta di zucchero
Lavanda Tintura Madre
Preparata dalle sommità fiorite fresche. XXX gtt 3 volte al giorno e L gtt la sera
Lavanda Tisana
Uso esterno: 20-100 g per 20 lt di acqua
NOTE DI FITOTERAPIA

L´olio essenziale della Lavanda vera può essere usato come antiinfiammatorio ed antispasmodico del tubo digerente; in aerosol come balsamico ed antispasmodico delle vie respiratorie su prescrizione medica. L’olio essenziale di Lavanda spica, ricco in alcoli ed ossidi ha buone proprietà antibatteriche ed antimicrobiche delle vie respiratorie.

IN CUCINA
Risotto alla Lavanda
Ingredienti per 4 persone
1 litro d’acqua, 1 cipolla grande, 2 carote, sale q.b.
4 spighe di Lavanda in fiore, lavate e asciugate
500 gr di riso Carnaroli
50 gr di burro
150 gr di pecorino
40 gr di parmigiano grattugiato
Procedimento

Preparare il brodo con mezza cipolla, le carote, l’acqua e 2 delle spighe di lavanda, facendo cuocere a fiamma bassa per circa 3 ore. Questo passaggio è importante per far sì che il brodo non diventi troppo amaro. A cottura quasi ultimata, regolare di sale. In una pentola da risotto, far imbiondire l’altra mezza cipolla con il burro, spegnere la fiamma e versare il riso; far insaporire, girando velocemente per 1 minuto. Mettere di nuovo la pentola sul fuoco e versare nel riso 2/3 del brodo; dopo un paio di minuti, abbassare la fiamma e far cuocere per altri 8 minuti, senza girare. A questo punto versare il rimanente brodo e dopo 2 minuti il pecorino fresco tagliato a dadini di un centimetro. Appena il risotto risulta cremoso e denso, toglierlo dal fuoco ed aggiungere i fiori di lavanda delle restanti spighe e il parmigianograttugiato. Mescolare velocemente, in modo che il risotto si ossigeni e rimanga cremoso. Ottimo l’abbinamento con qualche scaglia di tartufo scorzone estivo.
risotto alla lavanda
Contenuti in parte tratti dal sito http://www.elicriso.it/

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