L’ULTIMO CONTE DI LUCOLI: IL SOTTOTENENTE URBANO BARBERINI COLONNA DI SCIARRA E IL CORPO DEL 51° STORMO CACCIA

by Amministratore
DON URBANO BARBERINI COLONNA DI SCIARRA, 9° Principe di Carbognano ed ultimo Conte di Lucoli, nacque a Frascati il 5 gennaio 1913 e morì a soli 29 anni nei cieli di Malta: l’11 ottobre del 1942, mentre pilotava un caccia appartenente al mitico 51° Stormo.
Tra i suoi titoli nobiliari: 9° Duca di Bassanello, 7° Duca di Nerola, 8° Duca di Montelibretti, Conte di Palazzuolo, Conte di Pacentro, Conte degli stati di Cicoli, Lucoli, Rojo e Tornimparte, Barone e Signore di Rocca Santo Stefano, Rocca di San Giovanni, Sant’Eusanio, Fossa, Casentino, Bassano, Monticchio, Villa Sant’Angelo, Tusillo, Stiffe, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio, fonte d’Avignone e della valle di Pagliano subaequo, Nobile Romano Coscritto, Nobile d’Ancona e Grande di Spagna di prima classe. 
Con la sua morte il ramo maschile della famiglia si estinse.
Don Urbano apparteneva al ramo di Palestrina della famiglia COLONNA che continuò nonostante la vendita del feudo ai Barberini (1630), poiché Urbano VIII trasferì a Carbognano il titolo principesco. Nel ramo troviamo alcuni personaggi storici molto noti: Francesco Colonna (m. 1636) che combatté a fianco di Alessandro Farnese nelle Fiandre; Giulio Cesare Colonna, principe di Carbognano, che sposò Cornelia Barberini, ultima discendente della famiglia. Da allora il ramo Palestrina si chiamò Barberini-Colonna di Sciarra, estinguendosi nella linea maschile proprio con Urbano Colonna, tenente pilota caduto in combattimento.
In molti sanno che la famiglia COLONNA è un’antica famiglia patrizia romana – tra le più antiche documentate dell’Urbe – fu una delle famiglie più potenti e influenti di Roma e d’Italia nel Medioevo, alla quale donò alcuni dei più illustri condottieri. Uno dei motti della famiglia è Mole sua stat (sta fermo sul suo peso, sta fermo sulla sua grandezza). Le sue origini vengono addirittura fatte tradizionalmente risalire alla Gens Iulia essendo essa un ramo della potente famiglia dei Teofilatti di Roma (o Conti di Tuscolo). Dopo la metà del XVI secolo alcuni feudi dei colonna (Zagarolo, Colonna) passarono ai Ludovisi, altri (Palestrina) ai Barberini. 
Stemma della famiglia Colonna Barberini
Urbano Colonna era sottotenente nel 51° STORMO CACCIA di stanza all’aeroporto di Ciampino. Lo Stormo era stato costituito il 10 ottobre 1939; come da disposizione ministeriale, di cui facevano parte il XX e il XXI Gruppo; il primo era proveniente dal 52° Stormo, il secondo era stato formato da poco tempo; il 51° era costituito da sei squadriglie: la 351^, 352^, 353^ (XX Gruppo) e la 354^, 355^, 356^ (XXI Gruppo); era armato con aerei tipo Fiat CR 32 e Fiat G 50. 
Gli aerei Macchi C. 202
All’inizio dell’anno 1940 lo Stormo era quasi completamente equipaggiato con aerei Fiat G 50. Questo aereo fu ideato nel 1935 dall’ing. Giuseppe Gabrielli, si presentava come un velivolo monoplano aerodinamicamente moderno, ma con caratteristiche di volo imperfette e dalle prestazioni solo leggermente superiori a quelle del CR.42. Dodici velivoli di preserie furono impiegati nelle ultime settimane della guerra di Spagna e nel giugno 1940 appena 95 esemplari risultavano in servizio. In guerra, il G.50 fu utilizzato sulla Manica, sul Mediterraneo e sul fronte nordafricano, dove fu impiegato anche come cacciabombardiere. Migliori furono i risultati conseguiti dall’aeronautica finlandese, che li utilizzò fino al 1944 contro l’Unione Sovietica.
Il 51° Stormo era posto alle dipendenze della III Zona aerea di Roma, nell’ambito territoriale della quale era di stanza; nei primi mesi dell’anno il 51° partecipò a grandi manovre aeree e in special modo a esercitazioni d’intercettazioni contro formazioni di bombardieri attaccanti Roma; quest’attività proseguì sino a poche settimane prima dell’inizio della guerra.
Lo Stormo entrò nel secondo conflitto mondiale con una forza di cinque squadriglie che avevano in dotazione 56 Fiat G 50, più una decina di aerei da collegamento (RO 41 e Nardi F 305).

Aereo RO 41
Aerei Nardi F 305
Il giorno stesso della dichiarazione della guerra il 51° iniziava l’attività bellica con continui voli di vigilanza sul cielo della Capitale, svolti a rotazione da una coppia di velivoli; questi voli diurni, in un primo tempo, furono ben presto effettuati anche nottetempo con una sezione di aerei (Fiat CR 42) distaccati sull’aeroporto di Guidonia.

Il distintivo del 51° Stormo
Perché il distintivo del Gatto nero adottato dal 51°?
Il distintivo era nato al termine di una delle molte esercitazioni compiute nell’immediato anteguerra, fra il 51° Stormo e altri reparti da caccia impegnati a contrastare gruppi da bombardamento dotati di S 79 che cercavano di volare nel cielo di Roma.
Erano i momenti in cui i bombardieri erano in auge, anche per i prestigiosi primati ottenuti in varie competizioni internazionali, e in particolar modo per la risonanza dei voli compiuti dai “Sorci Verdi”, che usavano aerei 5 79. 

Il distintivo dei “Sorci Verdi” dipinto su una aereo Savoia Marchetti

Mentre i CR 32 potevano far ben poco contro i veloci trimotori della Savoia Marchetti, a una delle esercitazioni partecipava anche la 351^ Squadriglia del 51° Stormo su Fiat G 50. Con il nuovo aereo i cacciatori riuscirono a scompaginare i bombardieri attaccanti, e al rientro del volo, qualcuno ebbe a dire che i “Sorci verdi” avevano trovato il gatto in grado di “sistemarli”. 

Il sottotenente Sant’Andrea del cinquantunesimo, non ci pensò due volte e disegnò sul suo G 50 un gatto nero nell’atto di artigliare tre topolini, naturalmente verdi. Il disegno incontrò l’approvazione incondizionata di tutti i piloti e specialisti dello Stormo.
Al ministero qualcuno invece arricciò il naso; il distintivo era un po’ troppo… offensivo per i famosi “manici”, per i superpiloti, gli assi degli S 79, e in particolare della squadriglia dei “Sorci verdi”, nella quale, fra l’altro, militavano diversi grossi nomi dell’aeronautica di quel tempo. Solo dopo alcuni tentennamenti il distintivo fu autorizzato, ma con topi di colore grigio. Poi, quando il 22 settembre 1940, il XX Gruppo alle cui dipendenze era la 35^ Squadriglia, partì con il 56° Stormo per il fronte della Manica, i piloti dello stesso finsero di ignorare la precedente disposizione, e ridipinsero i topolini in verde. Di tal colore rimasero definitivamente in tutti gli anni successivi e lo sono tuttora.
Questo distintivo è, forse, assieme a quello del cavallino inalberato dal 4° Stormo caccia, uno dei più noti fra i tanti dell’aeronautica militare italiana, e anche fra i più gloriosi.
Il Gruppo di cui faceva parte Urbano Colonna ricevette l’ordine di trasferirsi in Sicilia per partecipare alle operazioni aeree su Malta: l’ordine venne eseguito il 29 maggio 1942. Il 10 giugno successivo il reparto era già in volo di guerra; da quel giorno il gruppo cominciò a operare senza soste sull’isola nemica con missioni di caccia libera, ricognizione offensiva e scorta ai nostri bombardieri.
L’aereo MACCHI 202
Gli aerei Spitfire (in Italia chiamati “sputafuoco”) furono i grandi vincitori delle battaglie aeree di Malta

Il primo combattimento si verificò il 2 giugno quando una ventina di Macchi 202 del CLV entravano in contatto con una formazione di Spitfire; il capitano Carlo Miani abbatteva il primo apparecchio inglese. Da quel momento i combattimenti si fecero sempre più serrati e difficili. Se il nuovo aereo in dotazione al CLV, il 202, aveva una velocità di tutto rispetto e una manovrabilità eccezionale, era purtroppo armato con due sole armi da 12,7 mm. Per contro lo Spitfire, dalle caratteristiche di volo più o meno della stessa classe di quelle del nostro caccia, era potentemente armato.
Tutti i piloti del CLV e del XX Gruppo combatterono con grande valore per molti mesi, anche quando, per assenza di aerei efficienti, si trovarono in netta inferiorità numerica. In quegli accaniti combattimenti i piloti del “Gatto Nero” riuscirono ad abbattere molti velivoli avversari, principalmente Spitfire. Molte le nostre vittime al 51° non erano rimasti in molti, ma di nuovo, ogni giorno, i suoi 202 volavano nel cielo di Malta. Nel mese di ottobre 1942 si ebbero durissimi combattimenti, resi sempre più difficili dalla superiorità numerica avversaria, e dalla maggior efficienza degli Spitfire. Ma il 51° non mollò e continuò a combattere sino agli inizi del mese di dicembre con grandissimo valore. In questo ultimo periodo operarono nell’isola inglese i piloti del XX Gruppo, mentre i superstiti del CLV, in data 10 novembre 1942, venivano trasferiti sulla base di El Aouina in Tunisia, per essere impiegati sul nuovo fronte del Mediterraneo. Il XX Gruppo era rischierato lo stesso giorno sull’aeroporto di Castelvetrano (Sicilia).
Il 51° Stormo caccia, in sei mesi di durissima ed eroica lotta, perdette quindici dei suoi piloti, forse i migliori: tra questi il sottotenente Urbano Barberini con lui si estinse il ramo maschile della sua famiglia nobiliare: lui fu l’ultimo Conte di Lucoli. Il mattino dell’11 ottobre si alzò in volo con il gruppo di 25 caccia MC 202 comandati dal Maggiore Callieri diretti a Malta col compito di assicurare la scorta avanzata e diretta ad alcuni bombardieri tedeschi, a poche miglia dall’isola furono intercettati ed attaccati da una ventina di Spitfire V, nel combattimento furono abbattuti 4 aerei inglesi. Il Macchi C 202 di Urbano Barberini fu gravemente colpito, ma il giovane pilota riuscì a lanciarsi con il paracadute ed a fare uso del battellino di salvataggio, purtroppo scomparve in mare.


Questo altro capitolo della nostra storia di guerra non lo tratteremo, a tanti anni di distanza queste notizie fanno ancora accapponare la pelle pensando ai nostri soldati che venivano mandati a morire senza mezzi, forti solo del loro coraggio, possiamo solo dire che ad un anno circa di distanza dal dislocamento su Malta, non rimanevano quasi più aeroplani; ancora meno erano i piloti rimasti di quello che era stato uno dei nostri più efficienti Stormi da caccia.
Dopo l’armistizio lo Stormo si ricostituì sull’Aeroporto di Lecce e nel dopoguerra si trasferì definitivamente sull’ Aeroporto di Istrana a Treviso dove, attualmente, svolge una intensa attività per la difesa aerea del nostro territorio nazionale.

Abbiamo il rammarico di non essere riusciti a trovare un’immagine del sottotenente Urbano Colonna, abbiamo però scritto a molte possibili fonti e ci riserviamo di arricchire l’articolo in seguito.

ALCUNE IMMAGINI STORICHE DELLE BATTAGLIE NEI CIELI DI MALTA

Su gentile concessione di Alberto PARDUCCI, pittore ed incisore, appassionato di storia militare e collaboratore di molte riviste ad argomento militare, pubblichiamo due sue opere raffiguranti i piloti del 51°: Niclot Doglio e Tarantola.

Una falcidie, un tragico dramma che vedeva coinvolti uomini e mezzi. Ma il duro ciclo operativo, collegato alle sorti rovinose della guerra, non era ancora terminato; s’era aperto il fronte tunisino e, il CLV con soli 22 Macchi 202 (alcuni dei quali del XX Gruppo), al comando del Ten. Colonnello Remondino e del maggiore Fanali, decollava nel novembre 1942 dalla Sicilia e atterrava a El Aouina, una base senza nessuna infrastruttura, frequentemente bombardata dagli aerei anglo-americani. 

Il materiale riportato è tratto dal Capitolo XIX del volume “STORMI D’ITALIA, di Giulio Lazzati, ed. Mursia.
A proposito della storia del 51° Stormo Caccia, si vedano inoltre i seguenti volumi:
Giulio Lazzati – STORMI D’ITALIA, ed. Ugo Mursia, Milano 1977,
Giovanni Massimiello: FURIO NICLOT DOGLIO, un pilota indimenticabile – Edizioni Aerofan
Pier Paolo Paravicini- PILOTA DA CACCIA – Ed. Mursia, Milano 2007
Giovanni Massimello e Giorgio Apostolo – ITALIAN ACES OF WW 2 – Osprey Aircraft of Aces, Vol. No.34 – Osprey Aviation Publishing, UK, 2000
Si ringrazia l’Aeronautica Militare per il materiale concesso: http://www.aeronautica.difesa.it/Organizzazione/Reparti/Repartivolo/Pagine/51Stormo.aspx. http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=18
Si ringrazia il pittore Alberto Parducci: http://users.libero.it/aparducci/index.html
Tutte le informazioni araldiche sono tratte da: http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/Colonna/colonna-palestrina.htm.

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1 comment

Anonimo 12 Gennaio 2014 - 20:46

Sono la figlia del Principe Urbano mi fa piacere che qualcuno ricordi mio padre

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