6 APRILE 2014: NEL QUINTO ANNIVERSARIO

by Amministratore
Giardino botanico della Memoria di Lucoli (AQ) i nomi delle vittime del sisma del 2009

Eravamo convinti che gli alberi potessero costruire rapporti indissolubili e importanti.
L’albero è un segno di vita e raccoglie in sé il concetto di crescita. 
E’ per questo motivo che abbiamo realizzato un Memoriale alberato popolato da specie appartenenti agli antichi pomari dedicato alle vittime del sisma del 2009. 
NoiXLucoli Onlus nel 2010 ha inaugurato il Giardino credendo nella simbolicità di un Memoriale, concetto delicato che, in assenza di una iconografia accademico-convenzionale, si prestava a facili errori interpretativi e critiche.
Lo abbiamo ideato come un luogo utilizzabile con sue funzioni ecologico-ambientali, sociali-turistiche (come un servizio curato per la collettività) e culturali-didattiche (vi sono coltivati alberi in via di estinzione). 
Siamo orgogliosi del nostro lavoro. 
Molti annunci su possibili realizzazioni di “boschi”, “parchi”, “giardini” dedicati alle vittime del sisma sono stati “lanciati” nei mesi successivi al terremoto dalla vicina Città dell’Aquila, ma solo a Lucoli è stata concretamente realizzata, con il solo autofinanziamento dei soci, questa progettualità.
Il giardino Botanico della Memoria è un perimetro in cui muoversi. Un monumento contemporaneo verde, un oggetto rurale, serio e non lacrimoso, è un esempio multiplo e semplice di come fare un’opera contemporanea. Un mix di agricoltura, paesaggio ed architettura sito nel contesto di un manufatto dell’anno Mille: L’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli.
Le piante vegetano da quattro anni e dimostrano uno spirito benevolo nella capacità positiva di aver attecchito e fruttificato, molte di queste sono state “adottate” da sostenitori dell’iniziativa, tutte vengono curate dai nostri volontari.

E’ questo il pensiero che i nostri volontari vogliono dedicare ai familiari delle vittime del terremoto del 2009: pensiamo costantemente a chi non c’è più realizzando azioni umili, faticose,  spesso complicate (si pensi che non abbiamo risorse idriche dirette) lavorando come contadini per mantenere vivo il ricordo racchiudendolo nella bellezza di un frutteto.

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