SAN FRANCO DI ASSERGI – CONFERENZA DEL 31 MAGGIO 2014.

by Amministratore
Si è svolto sabato scorso ad Assergi l’incontro per la presentazione della pubblicazione che racchiude gli atti del convegno su San Franco svoltosi nel 2012.

C’erano anche alcuni soci di NoiXLucoli Onlus portatori dell’esperienza di aver posto una formella commemorativa, a ricordo della permanenza del Santo a Lucoli, per venti anni, presso l’Abbazia di San Giovanni Battista. 
Siamo rimasti favorevolmente impressionati dal lavoro svolto dall’Associazione Culturale “Comitato Permanente San Franco”, dalla passione della Signora Fiordigigli e dall’interesse della Comunità locale intervenuta numerosa.
Il nostro interesse è stato stimolato dagli ambiti spirituali ed antropologici descritti dai relatori, molte sono state le implicazioni su tematiche contemporanee che hanno spaziato dalla conservazione dell’ambiente alla salubrità degli elementi naturali che ci circondano.
San Franco e la Montagna, molte le riflessioni su come approcciare il futuro partendo dalla storia antica, per non arrivare, secondo una tesi di Capezzali, alla “morte sociale” se non si considera quello ambientale un bene alla stregua di quelli culturali ed artistici, “per farne derivare un moderno concetto di economia positiva ma anche compatibile”.
Tutte tesi che la nostra Associazione cerca di perseguire nelle iniziative che realizza per il territorio di Lucoli: occorre onorare l’eredità lasciata da altre generazioni di un territorio bello ed incontaminato che richiede amore e passione per essere difeso e valorizzarlo al contempo. 
San Franco un ambientalista: la rilettura contemporanea di una fede tradizionale, porta a considerare la biodiversità locale, la sua salvaguardia combattendo contro opere di antropizzazione spesso inutili e dannose. 
La figura di San Franco come chiave di lettura di un futuro che è nato partendo dal Santo vissuto secoli fa, che attirava attorno a se pellegrini e continua ad attirarli anche oggi; San Franco nel legame che ha avuto con la montagna, come vita e ricerca di solitudine, è da leggere non come una esperienza soggettiva, ma come un’esperienza storica che va fatta conoscere al territorio. L’amore per la montagna e per le tradizioni vanno trasmessi ai giovani come cultura della realtà, come invito a far conoscere le nostre zone, farle visitare. Concludiamo questa breve sintesi con le parole di Valter Capezzali che indicano la visione del futuro per i luoghi di montagna:
“OCCORRE APRIRSI A UN TURISMO NON DI MASSA, MA CULTURALE, NATURALE O NATURALISTICO-CULTURALE, APRIRSI ALL’ACCOGLIENZA DEI TURISTI, ACCOGLIERLI CON IL SORRISO, LA DISPONIBILITA’ E AMBIENTI CHE DOBBIAMO IMPARARE A CURARE, PULIRE, ARRICCHIRE DI SERVIZI……Il nostro maggiore difetto è quello che ancora oggi in pieno XXI secolo non siamo sorridenti con il prossimo che viene da noi: cioè non lo accogliamo con il sorriso, con la disponibilità, non lo accogliamo con ambienti curati puliti, con servizi adeguati. Siamo debolissimi sotto questo profilo e non onoriamo davvero quanti, con il loro lavoro e la saggezza di generazioni e generazioni, ci hanno consegnato e ci hanno consentito di gestire per il futuro questo territorio grazie a Dio ancora in gran parte incontaminato, dove si conservano queste tradizioni, queste sedimentazioni culturali e storiche.”

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