SABATO 27 SETTEMBRE 2014 – FESTA DI SAN MICHELE ARCANGELO A VADO LUCOLI

by Amministratore

Le feste e le chiese di San Michele Arcangelo

Il culto di San Michele Arcangelo era molto sentito nell’Europa pre rinascimentale tanto che circa la metà delle chiese presenti erano a Lui dedicate. 
A San Michele “Chi come Dio?” è attribuito il titolo di Arcangelo, lo stesso titolo con cui sono designati Gabriele “forza di Dio” e Raffaele “Dio ha curato”. 
La festa di San Michele Arcangelo si tiene il 29 settembre (data dell’apparizione del 493) insieme a quella dei “colleghi Arcangeli” sopra citati. 
In molte località viene festeggiata anche l’8 maggio, data della prima apparizione di San Michele Arcangelo avvenuta nel 490. 
ll nome Michele significa, secondo alcune fonti, “Chi come Dio”, altri sostengono che l’etimo del suo nome significhi “Dio Guarisce”; comunque sia Egli è colui che diffonde la parola di Dio facendola rispettare, a volte, anche in maniera coercitiva; questo Santo rappresenta il tramite tra mondo fisico e metafisico, tra Dio e gli uomini.
L’arte sacra lo ha rappresentato con le ali, come la Vittoria alata, con una lucente armatura e con una spada sguainata e una lancia con le quali sconfigge il male identificato con Satana che gli appare sotto forma di drago; a volte porta ,anche, la lunga bacchetta degli ostiari, cioè di coloro che avevano il compito di custodire luoghi sacri; altre volte,invece, viene raffigurato con una bilancia con la quale pesa le anime, le più leggere, quindi prive di gravi peccati andranno in Paradiso, quelle appesantite dal peccato andranno all’inferno. L’iconografia Bizantina lo rappresenta come un nobile di corte, a differenza di quella occidentale che lo raffigura come un santo guerriero molto fiero e maestoso, capo delle milizie celesti. Egli è protettore dei commercianti, maestri d’arme, poliziotti, farmacisti, schermidori e fabbricanti di bilance.
Secondo la tradizione orale pare che San Michele partito da Oriente per sconfiggere il paganesimo si sia fermato in un bosco nelle vicinanze di Liscia prima di arrivare sul Gargano; tale bosco si ubica intorno a Monte Sorbo, zona che anticamente aveva un alta densità antropica, come si può rilevare dal notevole materiale archeologico qui rinvenuto e proveniente da tombe italiche.

Sempre in tema di leggenda si narra che un uomo di Palmoli, paesino dell’alto vastese confinante con Liscia (CH), intento a pascolare le mucche vicino al fiume Treste, notò che, tutti i giorni un giovane toro si perdeva per poi ritornare alla sera. Un giorno,però, l’allevatore, incuriosito da tale comportamento misterioso, decise di seguire il suo animale e vide che la vegetazione si apriva, come d’incanto, al suo passaggio come per indicare una direzione da seguire; questo strano percorso lo condusse fino ad una grotta dove vide il toro inginocchiato davanti ad un immagine lignea di San Michele Arcangelo, la quale fece sgorgare, miracolosamente, dell’acqua affinché l’uomo si potesse dissetare e riprendersi dalla scoperta per essere testimone di questo evento sovrannaturale.
In memoria di tali eventi accaduti a Liscia, i Marchesi d’Avalos, nel settecento inglobarono la grotta all’interno di una piccola chiesetta, forse, per regolare il grande afflusso dei pellegrini richiamati, qui, dalla devozione popolare all’Arcangelo Michele, culto che si perde nella notte dei tempi.
Anche a Lucoli, ne abbiamo più volte scritto, il culto è ancora vivo e tutti gli anni i fedeli assistono alla Santa Messa celebrata nella bella Chiesa dedicata all’Arcangelo.
Chiesa di San Michele Arcangelo – Foto di R. Soldati

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