SI AVVICINA LA CELEBRAZIONE DEI DEFUNTI E PARLIAMO DI CIMITERI PER NON “RIMUOVERE LA MORTE”

by Amministratore

Qualcosa è successo e non ce ne siamo accorti. 

Non ci sono più i cimiteri, come senso della memoria e della pietà di una comunità.
Quelle strutture magniloquenti dove gli apparati delle Amministrazioni e della Chiesa mettevano in scena le grandi rappresentazioni: cerimonie per i Caduti per la Patria e le Commemorazione dei Defunti. Non ci sono più i cimiteri, dove la Famiglia celebrava le sue gesta fatte di virtù domestiche e costruiva, con la speranza fiduciosa di riunirsi in Paradiso, una sede per gli affetti nella quale venivano a cessare le angosce della separazione. 

Non ci sono più i cimiteri, dove le élites e le associazioni realizzavano i loro mausolei e dove si concludevano i cortei delle vittime di ogni repressione istituzionale. 

Sono cambiate le città e i paesi. Fino a pochi anni fa lo spazio urbano era l’espressione concreta di un ordine che strutturava un codice simbolico, fatto di vie, di case, di testimonianze del passato e di fiducia nel futuro. La comunità stessa produceva il suo doppio nel Cimitero, luogo privilegiato tanto della celebrazione della memoria della collettività, quanto del cordoglio individuale. La successione delle tombe aveva allora un senso che ci veniva trasmesso: là la sepoltura del nostro parente, più oltre le targhe dei caduti, e poi la cappella di quella famiglia, la statua della donna “rapita da crudel morbo” o del bambino “volato in cielo”.

Abbiamo perso i cimiteri ed al loro posto troviamo dei luoghi anonimi, dei depositi che malamente contengono i nostri defunti, dove non c’è memoria e pare non vi sia posto neanche per l’onore e la dignità: a Lucoli i cimiteri sono stati danneggiati dal sisma del 2009 ed ancora sono in parte transennati, tra burocrazia e priorità diverse i lavori cominceranno a “breve”.

Quando seguiamo una persona cara che ci ha lasciato o andiamo in visita, sopra tutto domina una sensazione: quella di essere anche noi precari.

I due plessi cimiteriali di Lucoli sono ubicati in due distinte località e si differenziano principalmente per le dimensioni: il più grande si trova presso l’Abbazia di San Giovanni Battista, l’altro si trova all’ingresso della frazione di Casamaina. Entrambi i plessi hanno avuto un primo impianto di tumuli a terra all’inizio del XIX sec., la continua espansione negli anni ha comportato la realizzazione di un buon numero di loculari comunali all’inizio degli anni ’50. 

Il Cimitero di San Giovanni occupa una superficie di circa 9.000 mq, all’interno del perimetro, l’organizzazione degli spazi e dei percorsi non è sempre funzionale soprattutto nella parte di edificazione più vecchia che vede anche il numero maggiore di tumuli a terra, mentre risultano meglio sfruttati i terrazzamenti che ospitano le edicole funerarie private e i loculari di più recente costruzione, con una piccola risultanza di spazi liberi inedificati.

Il Cimitero di Casamania occupa, invece, una superficie di circa 2.000 mq, edificato prevalentemente con tipologia a loculari comuni con poche edicole private e tumuli a terra, ha avuto un’espansione meno invasiva con una risultanza di spazi ancora molto alta rispetto alle dimensioni ed anche in questo caso si sono sfruttati terrazzamenti a quote diverse per le necessità legate all’ampliamento.

Dopo il terremoto sia i loculari comuni che diverse edicole funerarie private hanno subito notevoli danni alle strutture e ai rivestimenti, alle opere complementari (muri di cinta e di contenimento).
Nel Cimitero di San Giovanni: l’ingresso principale è fortemente danneggiato, tanto da pregiudicarne l’utilizzo, sia nei rivestimenti che nelle strutture, come pure il muro di recinzione. L’insegna PAX che vi era posta cadde per il sisma e si frantumò, dovrebbe essere ripristinata.

Ingresso del Cimitero di San Giovanni

Il progetto di restauro cita che “il maggior danno è legato alla qualità muraria ed a cedimenti localizzati del piano fondale. I lotti di loculi denominati “A” e “B”, presentano distacchi dei rivestimenti in pietra e dei pavimenti, danni alle strutture in muratura portante così come al solaio di copertura, con evidenti segni di ammaloramento del calcestruzzo e percolazioni. Possibile causa dei danni in particolare dei loculari d’ingresso è stata l’adiacenza con il muro di recinzione che potrebbe aver innescato un effetto martello vista la massa dello stesso. La Chiesa che ospita, al piano interrato, un ossario, ha riportato seri danni alle strutture verticali, come pure agli orizzontamenti.

In maggior dettaglio si ritiene che il danno sia dovuto alla mancanza di un adeguato piano fondale e alla massa elevata della copertura, soletta in c.a. Sui lotti “C”, “D”, “E”, “G”, si sono riscontrati lievi danni alle strutture in c.a., relativamente a rottura del copriferro in prossimità di nodi strutturali e sullo sporto di gronda; danni ha riportato anche il manto di copertura, con conseguenti percolazioni diffuse”.


A breve quindi saranno realizzati i lavori per l’eliminazione dei danni e per la restituzione della piena agibilità di questi luoghi.

Riportiamo i lavori previsti per il Cimitero di San Giovanni:

Riparazione della muratura perimetrale mediante l’applicazione di reti metalliche e di acciaio leggere, malta e rifacimento dell’intonaco di finitura interno ed esterno;

Demolizione del muro che divide il lotto “A” dal lotto “C”;

Consolidamento dei solai di copertura in latero-cemento o latero-acciaio, con demolizione della caldana collaborante, pulizia profonda delle strutture, messa in opera di armatura metallica di irrigidimento, caldana in cls;

Ripristino della tenuta delle coperture tramite rimozione delle tegole e rifacimento di manto di copertura in guaina bituminosa ardesiata;

Rifacimento lattonerie;
Consolidamento dei solai di copertura tramite uso di reti composite in acciaio leggere nei loculari “A” e “B”;
Rifacimeto degli intonaci;
Tinteggiatura con idropittura per l’esterno;
La Chiesa/ossario sarà sottoposta ad interventi di consolidamento attraverso l’applicazione di rete elettrosaldata a doppia faccia sulle lesioni e sul cordolo perimetrale del solaio di copertura. Verranno inseriti inoltre, tiranti in acciaio al fine di contenere i cinematismi locali a ribaltamento.
Quello sopra riportato è il capitolato pubblico dei lavori. 
Ci permettiamo di esprimere qualche pensiero “umanizzante”: sarebbe bello prevedere di poter ripristinare degli spazi congrui per il cordoglio, ripensare ai percorsi interni per i cortei funebri. 
Noi contemporanei non abbiamo perso né il dolore, né l’angoscia per la morte, anzi si sono acuiti con l’aumento delle aspettative nei confronti della scienza, solo che questi non poggiano più su modelli condivisi di rappresentazione e comunicazione. Se nessuno si ricorderà di noi è importante che si pensi al luogo dove giacerà il nostro corpo. È questa amara consapevolezza che provoca il rimbalzo affettivo sulla sepoltura: è questa l’importanza etica di un cimitero!
Sarebbe bello poter uscire dalla logica del cimitero divenuto simbolo di una amministrazione centrata solo su problemi organizzativi o su limiti di spazio. Sarebbe bello poter prevedere un luogo dove familiari e conoscenti, che si vedono solo in occasione del funerale, possano scambiarsi due parole prima di uscire dal Cimitero. Oppure uno spazio che possa essere utilizzato dagli anziani (che sappiamo essere anche i frequentatori giornalieri di quei luoghi e, a Lucoli, oggi, di spazi per gli anziani non ce ne sono più). 

I cimiteri di Lucoli si restaureranno ma ci piacerebbe che fosse previsto quel qualcosa in più relativo ad un’etica dell’azione pubblica, un modello di attenzione istituzionale verso il dolore dei vivi e la memoria: altrimenti il futuro non ci riserverebbe altro che la desolazione dei luoghi, una contabilità vuota di costi e ricavi, un oblio che non lascia in eredità nulla ai nuovi visitatori dei cimiteri, che – considerato che la società invecchia – saremo tutti noi.


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