Troppi cervi e caprioli, la Regione vuole aprire la caccia selettiva. L’assessore Febbo: problemi agli agricoltori e alle specie protette. Protestano gli ambientalisti: pressione venatoria intollerabile

by Amministratore
Riportiamo l’articolo del Centro del 4 marzo u.s.

“L’assessore Febbo: problemi agli agricoltori e alle specie protette. Protestano gli ambientalisti: pressione venatoria intollerabile.

Si chiamano “selecacciatori”. Sono cacciatori specializzati nell’abbattere alcune specie animali, come cervidi o cinghiali, per equilibrarne il numero rispetto all’estensione del territorio. Nelle intenzioni del regolamento che oggi verrà discusso in Commissione Agricoltura del Consiglio regionale i selecacciatori dovranno garantire «la conservazione delle specie, assicurando un equilibrato rapporto con l’ambiente». Per i caprioli il rapporto ottimale varia da 10 a 30 capi per 100 ettari, per il cervo da 1,5 a 6 capi per 100 ettari. I selecacciatori dovranno usare armi con canna ad anima rigata e caricamento singolo manuale munite di cannocchiale di puntamento. Non potranno portare con sè cani. Il regolamento ha già suscitato le proteste del consigliere regionale di Rifondazione Maurizio Acerbo («Aperta la caccia aperta a Bambi»). Contrari anche Wwf e Lipu: «La Regione rispolvera alla chetichella un provvedimento già ritirato nell’ottobre 2012 che sostanzialmente apre la caccia al cervo e al capriolo», dicono il presidente regionale Wwf Luciano Di Tizio e il referente Lipu Stefano Allavena. «Si tratta di due specie che sono tornate in Abruzzo dopo che la caccia le aveva completamente distrutte, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, grazie a un’intelligente operazione di reintroduzione in parchi e riserve naturali. Da allora le due specie si sono gradualmente diffuse anche all’esterno delle aree protette ma ancora oggi vi sono ampie zone, potenzialmente adatte, in cui, soprattutto il cervo, è molto raro o assente». Lipu e il Wwf ritengono «assurdo pensare di aprire la caccia a queste due specie, visto che è ancora in pieno svolgimento il processo di ricolonizzazione di vaste aree, e comunque senza studi adeguati sulla loro presenza in Abruzzo. In ogni caso ogni progetto di questo genere va respinto di fronte alla necessità prioritaria di tutela dell’orso bruno marsicano». La massima concentrazione di cervi si trova infatti nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo. «Aprire la caccia al cervo e al capriolo in questa zona, di estrema importanza per l’orso, significa aggiungere un ulteriore grave fattore di disturbo», dicono Lipu e Wwf.. Per l’assessore Regionale Mauro Febbo il regolamento «non è più rinviabile, per i problemi che la mancata gestione delle specie crea agli agricoltori e alle stesse specie protette: infatti è ormai acclarato dal mondo scientifico che il cervo è un forte competitore del camoscio d’Abruzzo». (cr.re.)”.

Tanto per fare un riassunto, l’Assessore Mauro Febbo pensa di aprire la caccia a questi ungulati perché in sovrannumero tanto da arrecare danni agli habitat. Il Consigliere Maurizio Acerbo assurge a difesa di “Bambi”, del turismo naturalistico, facendo notare che la concentrazione maggiore è proprio nelle aree PATOM. 

Andando in dietro nel tempo fino all’1983, si evince negli studi di Zunino, (pag 37/4.12) che il problema era già presente. La presenza eccessiva del cervo, danneggia l’habitat ed entra in competizione alimentare anche con l’orso. Per contro, l’orso, si giova dei cervi morti a causa dell’inverno e se ne alimenta nel periodo delicato del risveglio per cui ne trae un beneficio. Franco Zunino (fondatore di Wilderness Abruzzo) auspica da una parte la riduzione del cervo per motivi ovvi e dall’altra decanta il valore biogenetico del suo ritorno. Ci chiediamo in base a quali statistiche l’Assessore Febbo pensa di aprire questa caccia? Quali sono i territori studiati e da chi? Quanti sono cervi e caprioli in eccesso? Chi ne ha valutato l’impatto ambientale come pensa di ridurlo ed in che misura? 
Il signor Acerbo in base a quale teoria afferma che invece non si deve attuare il controllo del territorio (nel senso di proliferazione libera delle specie) per salvaguardare invece la sopravvivenza dell’orso e la salvaguardia di boschi e relativi habitat grifone compreso, lupi, gatto selvatico, ecc? 
Il cittadino, non sa perché cervo e capriolo sarebbero dannosi, e non vi sembra ad esempio che il passaggio dal bosco ceduo all’alto fusto oggi di moda, sia a dismisura più dannoso per gli stessi motivi che si vogliono invece scaricare sul cervo? Non abbiamo letto citazioni e numeri ufficiali da parte di studiosi che siano Zunino od altri. Se dovessimo riferirci a politici seri, questi, non dovrebbero far altro che attuare le misure suggerite da studi scientifici ufficiali e competenti che suggeriscono le misure, i modi, i numeri da rispettare. Gli studi scientifici, devono produrre prove inconfutabili e pubblicazioni inerenti le tesi che sostengono. Ognuno dovrebbe assumersi delle responsabilità al di la degli slogan. 
Al dottor Zunino chiediamo cosa ne pensa di tutta questa polemica. Le condizioni ed i numeri degli esemplari citati, dagli anni 80 ad oggi, sono cambiati? E’ giusto che la politica decida in proprio in un senso o nell’altro? E’ giusto che magari, cervi e caprioli debbano essere uccisi e non prelevati per ripopolare invece aree tipo il Gran Sasso o altre aree adeguate? 
Il cittadino vorrebbe essere certo che non si vogliano cavalcare argomentazioni puramente demagogiche e che non si voglia aprire la caccia per conservare una fetta di potere e compiacenza da parte di gruppi o interessi. La caccia non è certo il male primario della fauna ed il motivo della scomparsa di alcune specie che guarda caso (starna, orso, coturnici, lepre italica, ecc.) scompaiono e si estinguono anche in quelle aree dove la caccia è chiusa da decenni. L’orso in particolare è praticamente estinto nonostante lauti finanziamenti, studi e caccia chiusa. Il declino della fauna selvatica è il frutto, invece, proprio dalla pessima ed incompetente gestione dei territori e quindi da prese di posizione tipo questa. 
Chiediamo a chi fosse in possesso di dati certi di illuminarci….naturalmente stiamo dalla parte dei cervi ma contro le strumentalizzazioni politiche di ogni genere.


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