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Agricoltori custodi

Agricoltori custodiIl Giardino della Memoria

Biodiversità: inizia un nuovo anno per i volontari del Giardino della Memoria del Sisma

by Noi x lucoli 29 Gennaio 2023

I soci di NoiXLucoli conoscono bene il valore della Biodiversità appenninica che proteggono da tredici anni nel Giardino di Lucoli.

Il Giardino della Memoria a gennaio – Foto Rita Mikucionyte

A breve inizieranno i lavori per il nuovo ciclo di coltivazione del frutteto secondo la tradizione del lunario agricolo. Con la luna calante si poteranno le siepi e gli alberi, si realizzeranno attività di compostaggio e tutte le attività legate all’apparato radicale delle piante. Si realizzeranno innesti e trapianti di alberi. Sabato 4 Marzo (tempo permettendo) inizieremo le attività di potatura invitando tutti coloro che vorranno saperne di più e donando anche le marze delle nostre cultivar “antiche”.

Ma parliamo della Biodiversità e degli italiani. Secondo il sondaggio realizzato da Emg per il centro Studi del Wwf Italia, illustrato nel corso dell’incontro Valore Natura organizzato da Marevivo e Wwf, l’86% dei cittadini dice di non essere a conoscenza della riforma costituzionale del 2022.

Il 90% dei cittadini non è a conoscenza del fatto che l’Unione Europea abbia varato una strategia per arrivare entro il 2030 al 30% di territorio e mare protetti di tutta Europa. E’ quanto emerge da un recentissimo sondaggio realizzato da Emg per il centro Studi del Wwf Italia.

Inoltre, l’86% dei cittadini dice di non essere a conoscenza della riforma costituzionale del 2022, che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana inserendo la tutela della biodiversità e degli ecosistemi all’interno dei suoi principi generali.

Il 45% dei cittadini pensa che il nostro Paese non stia facendo abbastanza per raggiungere questo obiettivo europeo e gli intervistati ritengono che lo Stato (47% citazioni) e le Regioni (24% citazioni) dovrebbero essere i soggetti in prima linea per centrarlo. La percezione dell’opinione pubblica è che non si stia facendo abbastanza per la tutela dei processi naturali e delle aree protette (54% poco + per nulla) e il pensa che lo Stato dovrebbe impiegare maggiori risorse rispetto a quanto ha fatto fino ad oggi sulla tutela delle Aree protette e della natura in generale. “La stragrande parte degli Italiani ignora la riforma costituzionale sull’ambiente in Costituzione in vigore ormai da un anno. Una percentuale ancor più alta di persone non sa che il nostro Paese deve porre sotto tutela almeno il 30% della superficie terrestre e marina entro il 2030. Obiettivo possibile ma molto difficile se non si aumenta la consapevolezza dell’importanza della conservazione della natura e se non si rendono più efficienti ed efficaci le attuali aree protette, sia terrestri che marine, istituendo anche quelle già previste per legge – ha dichiarato il presidente del Wwf Italia Luciano Di Tizio – Il 2030, scadenza prevista dall’unione Europea è tra sette anni: di questo passo non riusciremo a centrare un obiettivo indispensabile a proteggere la nostra natura, il nostro mare e il nostro benessere. Serve un impegno straordinario, che i cittadini chiedono e che deve vedere protagoniste, sin da subito, le istituzioni“.

veduta autunnale delle piante del Giardino della Memoria

Il Giardino della Memoria del Sisma di Lucoli è pronto per ricevere una tutela, secondo quanto previsto dalla legge, in esso si conserva la natura e può diventare area protetta come richiesto dalla nostra Associazione alla Regione Abruzzo. I nostri soci rinnovano l’impegno e la passione per la sua cura anche per questo nuovo anno.

Via aspettiamo il 4 Marzo p.v. per la potatura degli alberi.

 

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Agricoltori custodiIl Giardino della Memoria

Il Giardino della Memoria di Lucoli è divenuto custode della quarta cultivar di melo: la Gelata.

by Noi x lucoli 13 Gennaio 2023

Clicca sull’immagine per leggere tutta la Determina della Giunta Regionale

Clicca sull’immagine per leggere la scheda varietale completa

Con determinazione regionale: DPD019/172 dell’11/10/2022 del Servizio Promozione delle filiere e biodiversità e Tutela della biodiversità agraria è stata iscritta nell’anagrafe regionale e nazionale della biodiversità n. 5 la Mela Gelata coltivata nel Giardino della Memoria di Lucoli.

Arrivano quindi a quattro le nostre cultivar iscritte nell’anagrafe della biodiversità regionale e nazionale.

Queste specie autoctone, cioè originarie dell’Appennino Aquilano o introdotte ed integrate negli agro-ecosistemi locali da almeno cinquant’anni, appartengono anche al patrimonio culturale di noi tutti, la nostra Associazione le conserva da tredici anni e, oggi, i nostri soci possono ancora vedere riconosciuto il loro impegno.  Gli “agricoltori custodi” si affiancano alle banche del germoplasma nella realizzazione della “rete di conservazione e sicurezza”, e costituiscono un punto di eccellenza dei territori per la conservazione, informazione e divulgazione del materiale genetico autoctono. Per capire il ruolo svolto anche da NoiXLucoli, minuscola realtà, si pensi al fatto che dall’inizio del secolo scorso il 75% della biodiversità genetica delle colture agricole è andata perduta e che per la FAO “il patrimonio genetico è la base della sicurezza alimentare”.

Melo Gelata

Il recupero e la coltivazione di specie e varietà delicate e preziose, esposte al rischio di estinzione a causa della bassa resa o di difficoltà particolari nel processo di produzione o conservazione rappresenta una vocazione ed un’attività “eroica” soprattutto perché realizzata da volontari che non hanno finalità di lucro e sopravvivono autofinanziandosi.

La Mela Gelata ha un caratteristico aroma di vaniglia, la sua conservazione in ambiente naturale si presenta piuttosto difficile perché i frutti vanno facilmente incontro a disfacimenti e marciumi e in frigorifero perdono il caratteristico aroma.

E’ una cultivar autunno-invernale, apprezzata per la pezzatura e per la precocità e produttività degli alberi, oltre che per l’intenso profumo delle mele. E’ una varietà ancora oggi apprezzata per le caratteristiche peculiari del frutto e ben nota ai mercati di nicchia è presidio slow food dal 2016.

Nel Giardino di Lucoli vegetano tre esemplari.

 

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Agricoltori custodi

“Prendi un angolo del tuo paese e fallo sacro”: il Giardino della Memoria di Lucoli è questo luogo

by Noi x lucoli 1 Agosto 2022

E’ una poesia dalla raccolta “Cedi la strada agli alberi” di Franco Arminio. Poesie d’amore e di terra edita da Chiarelettere.  Questa una parte del testo:

Prendi un angolo del tuo paese
e fallo sacro,
vai a fargli visita prima di partire
e quanto torni.
Stai molto di più all’aria aperta.

Per i soci di NoiXLucoli il luogo scelto per essere “sacro” è vicino all’Abbazia di San Giovanni Battista: il Giardino della Memoria del Sisma realizzato per non dimenticare le vittime del terremoto del 2009.  Le poesie di Franco Arminio ci sostengono nei pensieri e nelle motivazioni.

Con gli amici disponibili realizziamo delle giornate di lavoro comune per la manutenzione e cura del Giardino che è vivo e non permette distrazioni o dimenticanze. Questo è quello che volevamo: ancorarci ad un “voto” per ricordare tanti amici che persero la vita quella notte del 6 aprile.

Il Giardino è un frutteto con specie in via di estinzione ma è anche ricco di fiori, soprattutto rose, con un prato in stile campo da golf, mai irrorato e in pieno sole. Le aree erbose debbono comunque essere falciate bene per renderlo percorribile e sicuro ed abbiamo usato questa vegetazione tagliata, di erba comune, per gli alberi del frutteto. Abbiamo formato un grossolano materasso d’erba circolare ai piedi degli alberi per proteggerli dalla siccità. Questa tecnica molto semplice e antica prevede sia la pacciamatura che il compostaggio. Man mano che si asciuga, il materasso d’erba fungerà da pacciamatura: viene così eliminata la concorrenza delle “erbacce” ai piedi dell’albero (senza diserbanti, senza strappare, ecc.) e viene preservata l’umidità del suolo. Uno spessore troppo piccolo non è adatto (l’erba si secca ma non si decompone molto); uno spessore troppo spesso porta ad un rapido riscaldamento dell’erba depositata (lo stesso come in una compostiera). La lenta decomposizione della zolla o “fieno” fornirà loro cibo apprezzabile. Combattiamo così in modo “organico” contro l’impoverimento del suolo.

Abbiamo protetto gli alberi che custodiamo come “Agricoltori custodi” per portarne a maturazione i frutti che saranno oggetto di studio da parte del CREA, gli uccelli e insetti sono nemici fino al momento del raccolto: i primi (merli, gazze, storni, corvi, passeri…) perché ne vanno ghiotti e i secondi perché le loro larve rendono la frutta incommestibile, le vespe poi, si cibano dei frutti.

E non abbiamo dimenticato di irrorare con acqua sorgiva le piante più giovani, la siccità le minaccia ed angustia tutti noi quegli alberi sono come figli.

Ogni volta che lavoriamo insieme come volontari ci sentiamo meglio: il volontariato è azione gratuita. La gratuità è l’elemento distintivo dell’agire volontario e lo rende originale rispetto ad altre componenti del terzo settore e ad altre forme di impegno civile. Ciò comporta assenza di guadagno economico (remissione visto che siamo in autofinanziamento), libertà da ogni forma di potere e rinuncia ai vantaggi diretti e indiretti. In questo modo diviene testimonianza credibile di libertà rispetto alle logiche dell’individualismo, dell’utilitarismo economico e rifiuta i modelli di società centrati esclusivamente sull’”avere” e sul consumismo. Pensate a quanti ideali pratichiamo coltivando un frutteto!

Noi volontari ricaviamo da questa esperienza di dono molti motivi di arricchimento sul piano interiore e sul piano delle relazioni tra persone diverse, di professione e cultura, ci sentiamo umani e in questi tempi di annichilimento dei valori ci sentiamo anche felici (oltre che stanchissimi).

Grazie a tutti ma soprattutto a Dino, Fabrizio, Letizia, Maria, Maurizio che sotto un solleone infuocato hanno lavorato in questa bella giornata.

1 Agosto 2022 2 comments
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Agricoltori custodi

LE POLITICHE SULLA BIODIVERSITA’ CHE HANNO CONSENTITO A NOIXLUCOLI DI DIVENTARE AGRICOLTORE CUSTODE E DI FAR PARTE DI UNA RETE

by Noi x lucoli 22 Maggio 2022

 

Nespolo germanico allevato nel Giardino della Memoria di Lucoli

Nel 2003 su Nature un articolo dal titolo Dynamic Diversity definiva la “conservazione non come stasi: ma come mantenimento dell’eccitante, in continua evoluzione, varietà della vita sulla Terra” e poneva le nostre società davanti ad una scelta drastica: “possiamo adoperarci per conservare un mondo naturale dinamico del quale siamo parte integrante oppure possiamo fallire in questa impresa e trovarci di fronte l’equivalente di una stanza bianca tappezzata delle fotografie delle specie e degli habitat con i quali condividevamo il pianeta”. l’autrice, Sandra Knapp, ricercatrice del Museo di Storia Naturale di Londra, si riferiva alla biodiversità naturale e alle sfide della CONVENZIONE SULLA DIVERSITA’ BIOLOGICA (CDB), ma anche al rischio che stiamo correndo per la diversità agricola.

Premesso ciò, con questo articolo volevamo riflettere in merito alle politiche sulla biodiversità comunitarie e nazionali e in particolare sulla parte che ci interessa da vicino: la diversità agricola che la nostra Associazione protegge in qualità di “agricoltore custode”.

Il 2020 era stato indicato come l’anno entro cui arrestare la perdita di biodiversità a livello globale: la Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB – www.cbd.int) nel 2010 aveva adottato il Piano Strategico per la Biodiversità (PSB) per il periodo 2011-2020, un quadro generale che avrebbe dovuto essere integrato in tutte le politiche delle Nazioni Unite e diventare operativo grazie ai piani d’azione nazionali. Per rispondere a questa esigenza, nel maggio 2011 l’Unione Europea aveva lanciato la sua Strategia sulla Biodiversità fino al 2020. L’obiettivo era molto ambizioso: “porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici e ripristinarli nei limiti del possibile, intensificando al tempo stesso il contributo dell’UE per scongiurare la perdita di biodiversità a livello mondiale”. Questa strategia, suddivisa in 6 obiettivi e 10 azioni, aveva anche due capitoli dedicati alla conservazione della diversità genetica in agricoltura. Nel febbraio 2016, purtroppo, il Parlamento Europeo ha dovuto riconoscere il fallimento di questa strategia. E così l’Unione Europea ha cominciato a mettere in avanti le lancette, individuando un più lontano 2050 come nuovo orizzonte temporale. Ma perché gli obiettivi non sono stati raggiunti? Erano veramente troppo ambiziosi? Forse, ma uno dei motivi del fallimento va ricercato nel sistema di governance politico, come emerge con chiarezza in alcuni dei commenti del Parlamento europeo: la mancanza di coerenza tra le varie politiche settoriali, la mancata applicazione nazionale e la non integrazione del tema della biodiversità nelle politiche non strettamente ambientali sono indicati come problemi da risolvere. La biodiversità per sua natura, infatti, attraversa vari domini, dall’ambiente, all’agricoltura, passando per il commercio e lo sviluppo economico, ma la nostra pubblica amministrazione è ancora organizzata per settori che si parlano con difficoltà. Costruire una visione comune e di conseguenza delle politiche pubbliche si sta dimostrando molto difficile: richiede un cambiamento culturale e una comune percezione di quali siano le priorità tra settori diversi. Ad esempio, chi decide se vale di più mantenere un sistema agricolo diversificato con siepi e bordure o ridurre il campo coltivato a un terreno sterile mantenuto artificialmente in vita da erbicidi, fertilizzanti e fungicidi? Come si capisce non è scelta facile che possa essere resa oggettiva da adeguate prove scientifiche. Ecco cosa ci insegna la scadenza mancata del 2020: abbiamo una mole di dati scientifici a disposizione sulla scomparsa e l’importanza della biodiversità, abbiamo elaborato una serie di indicatori molto sofisticati per studiarla e monitorarla ma tutto ciò non si traduce in politiche efficaci che modifichino le tendenze attuali. Se la biodiversità non se la passa tanto bene, anche quella agricola non gode di buona salute.

E qual’è la situazione in Italia?

Se consideriamo il sistema agrobiodiversità nazionale a partire dalle competenze delle nostre Istituzioni pubbliche per finire con un’analisi della recente legge 194/2015 sulla biodiversità agricola potremmo rimanere frustrati.
Una prima competenza è ovviamente del Ministero della Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), condivisa però con tutte le Regioni e le Province autonome, in forza del Titolo V della Costituzione la cui ultima riforma in senso più decentrato è avvenuta nel 2001. Il Trattato FAO è stato recepito dalla legge 101/2004 che da competenza alle Regioni su uso sostenibile e conservazione della diversità agricola, diritti degli agricoltori, creazione del sistema multilaterale di scambio e accesso facilitato alle RGV (gli articoli 5, 6, 9, 11 e 12), con obbligo di relazione annuale al ministero che ha la responsabilità di presentare il quadro nazionale. Nel 2008 la Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse Agrario (PNBA), che includeva un programma in tre fasi:
A) redazione delle linee guida nazionali;
B) analisi di varietà e razze animali identificate dalle Regioni;
C) attivazione dell’Anagrafe nazionale e del sistema di tutela e valorizzazione.

Nel luglio 2012, dopo un lavoro di 2 anni di un gruppo di 30 esperti, sono state pubblicate le Linee Guida per la Conservazione e la Caratterizzazione della Biodiversità di interesse agrario per dare una comune metodologia a livello nazionale su questo tema (http://planta-res.politicheagricole.it/pages/index.php).

Le fasi B e C, sono diventate di competenza della legge 194 che ci ha consentito di divenire “Agricoltori custodi“.

Il MiPAAF si occupa anche della legislazione sementiera e gestisce il catalogo varietale, ivi compreso la parte sulle varietà da conservazione. Inoltre, il MiPAAF vigila sul Consiglio per la Ricerca in Agricoltura l’analisi dell’Economia Agraria (CREA), i cui centri sparsi sul territorio gestiscono banche delle sementi delle diverse specie agrarie. Il CREA-DC (ex-ENSE) si occupa di certificazione e iscrizione varietale.

Una seconda competenza ricade sotto il Ministero dell’Ambiente, cui spetta la traduzione nazionale della CBD, ratificata dall’Italia nel 1994. In questo ambito è stata elaborata nel 2010 la Strategia Nazionale per la Biodiversità (SBN), il cui ultimo rapporto sullo stato di attuazione è stato redatto nel biennio 2015-2016, con due specifiche aree di lavoro su risorse genetiche (incluse quelle agricole) e agricoltura. In particolare, questo ministero ha la responsabilità di gestire l’accesso e la ripartizione dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche (ABS) così come stabilito dal Protocollo di Nagoya, uno degli accordi secondari della CBD entrato in vigore nel 2014.

Una terza competenza è del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), che si occupa della protezione delle varietà vegetali attraverso i vari strumenti di proprietà intellettuale (privativa vegetale, marchi e brevetto) e della loro relativa iscrizione al catalogo nazionale e comunitario (si tratta di un catalogo diverso da quello varietale gestito dal MiPAAF per la commercializzazione delle sementi, per cui una varietà protetta risulta iscritta a due cataloghi: uno per la commercializzazione delle sementi e uno per la privativa vegetale). L’Ufficio Brevetti e Marchi del MISE rappresenta l’Italia nel Consiglio dell’Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali con sede ad Angers (www.cpvo.europa.eu – Francia) e anche all’interno dell’Ufficio Europeo sul Brevetto con sede a Monaco (www.epo.org – Germania). Una quarta competenza ricade sotto il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), che tramite le università e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) gestisce le molte collezioni pubbliche di risorse genetiche agricole conservate nelle loro banche. Ad esempio, la più grande banca italiana per numero di accessioni conservate, quella con sede a Bari, appartiene all’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR (www.ibbr.cnr.it).

Una quinta competenza è delle Regioni che gestiscono i Piani di Sviluppo Rurale (PSR) della Politica Agricola Comunitaria (PAC) e quindi le relative misure di supporto alla conservazione delle risorse genetiche vegetali e animali (misure 10.1 e 10.2). Si tratta di circa 160 milioni di euro a disposizione nel periodo 2014-2020. Nel 2016 lo stesso Parlamento europeo, nella nota sulla revisione di medio termine della Strategia sulla Biodiversità, chiedeva agli Stati membri di migliorare questo strumento con l’obiettivo di promuovere in maniera più efficace l’uso sostenibile della diversità agricola, riconoscendo l’assenza di progressi misurabili delle azioni adottate nei PSR. In pratica un fiume di soldi di cui è difficile valutare il reale impatto sulla diversità agricola. Ma le Regioni hanno anche altre responsabilità: alcune hanno adottato specifiche legislazioni regionali di tutela dell’agrobiodiversità e tutte sono il tramite attraverso cui le domande di iscrizione delle varietà da conservazione devono passare prima di arrivare al Ministero. Inoltre, giocano un ruolo chiave nell’implementazione della legge 194.

Vi assicuriamo che tante competenze ripartite, o meglio disperse hanno rischiato di tramutarsi in una corsa ad ostacoli per un’Associazione come la nostra che voleva tutelare la biodiversità. Ci è sembrato come un grande valzer in cui ognuno resta a difesa della sua trincea, con poca cura dell’efficacia generale del sistema. Per capire quanto è difficile integrare la biodiversità nelle istituzioni e produrre politiche che rispondano ad una visione comune bastano due esempi. Primo, per arrivare a elaborare la SBN sono stati necessari circa 15 anni dalla ratifica della CBD, spesi nel tentativo di trovare una sintesi tra Agricoltura e Ambiente, mentre la redazione del PNBA e relative Linee Guida hanno richiesto solo (!) 8 anni forse perché non hanno avuto la partecipazione attiva dell’Ambiente. Secondo, l’Italia non ha ancora reso operativo il Protocollo di Nagoya convertendo in legge il Regolamento UE 511/2014, procedura estremamente complicata che ha visto Agricoltura e Ambiente su posizioni opposte prima di arrivare ad un compromesso, tanto che l’Italia è stata richiamata alla Corte di Giustizia Europea per questa inadempienza.

In conclusione, possiamo affermare che il nostro sistema politico e amministrativo non si è ancora riorganizzato per integrare la biodiversità in maniera transettoriale.

La legge 194/2015

In questo panorama arriva nel 2015 la legge 194 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”, approvata dopo un percorso parlamentare di 6-7 anni avvenuto in parallelo a quanto succedeva nel PNBA. Ci siamo domandati se ha semplificato chiarendo ruoli e responsabilità o se ha aggiunto un altro livello di burocrazia al sistema già alquanto barocco.

CBD Convenzione sulla Diversità Biologica
CCES Centri di Conservazione ex-situ
CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche
CPVO Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali
CREA Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria
ENSE Ente Nazionale Sementi Elette
EPO Ufficio Europeo sul Brevetto
MiPAAF Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
MISE Ministero dello Sviluppo Economico
MIUR Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
PAC Politica Agricola Comunitaria
PNBA Piano Nazionale sulla Biodiversità di interesse Agrario
PSB Piano Strategico per la Biodiversità
PSR Piano di Sviluppo Rurale
RGV Risorse Genetiche Vegetali per l’Agricoltura e l’Alimentazione
SBN Strategia Nazionale per la Biodiversità

La nostra Associazione in sette anni di lavoro ha seguito questo iter per essere iscritta nell’Anagrafe Nazionale (esistono anche quelle periferiche gestite dalle Regioni):

a) domanda alla Regione che tramite la sua Commissione Tecnico-Scientifica, prevista dalla legge regionale, o il Nucleo di Valutazione, se non ha una legge regionale ad hoc, verifica il dossier e lo trasmette al MiPAAF.

b) in 30 giorni il Ministero ha chiuso l’istruttoria e ha emanato un apposito decreto per l’iscrizione.

Una regione che ha una legge regionale finisce per avere: il repertorio regionale, l’anagrafe nazionale e, in ultimo, la sezione del catalogo sementiero dove iscrivere le varietà da conservazione: si corre il rischio di perdersi per strada nel tentativo di capire dove incasellare una varietà!
Percorso simile abbiamo seguito per diventare “custodi” ed essere iscritti nella Rete Nazionale: a) domanda alla Regione e poi iscrizione da parte del MiPAAF. Finite tutte queste pratiche è attualmente in corso di predisposizione l’Anagrafe e la Rete, gestita direttamente dal MiPAAF, con membri agricoltori custodi (singoli o associati) e CCES.

Ovviamente il tutto sarà soggetto a un controllo “standardizzato e partecipato” definito da un futuro decreto del Direttore Generale dello Sviluppo Rurale previo parere del Comitato Permanente, istituito dall’articolo 8. Ad oggi l’Anagrafe è popolata con gli elenchi delle regioni Toscana, Umbria, Marche, Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia. La legge prevede anche di creare il Portale Nazionale della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare (art. 5) dove far confluire le informazioni delle singole banche dati. Nei prossimi mesi sapremo se tale portale andrà ad integrarsi a quello già esistente del MiPAAF (Planta Res –http://planta-res.politicheagricole.it/pages/index.php) o se sarà creata un’altra piattaforma. Il Giardino della Memoria di Lucoli avrà anche, a breve,  un marchio figurativo collettivo di “Agricoltore/allevatore custode dell’agrobiodiversità“.

tratto da: https://rsr.bio/il-sistema-agrobiodiversita-in-italia/

 

22 Maggio 2022 0 comment
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Agricoltori custodi

IL DPD 019/268 del 20.12.2021 HA ISTITUITO IL REGISTRO DEGLI AGRICOLTORI CUSTODI: NOIXLUCOLI E’ CUSTODE DI TRE VARIETA’ DI MELO

by Amministratore 11 Gennaio 2022

 

La biodiversità o diversità biologica è la variabilità tra gli esseri viventi e contribuisce in maniera determinante, a mantenere l’equilibrio della biosfera e a stabilizzare il clima.
Il recupero della biodiversità agraria è finalizzato alla tutela delle risorse genetiche locali di interesse alimentare, dal rischio di estinzione e di erosione genetica.
La salvaguardia e la valorizzazione consentono la tutela del territorio rurale, permettono di limitare i fenomeni di spopolamento, nonché preservare il territorio da fenomeni di perdita del patrimonio genetico.
La Regione Abruzzo, con la DGR 1050 del 28 dicembre 2018 e successivi provvedimenti, ha recepito la Legge 194/2015 e inteso avviare le procedure per la salvaguardia della sua ampia e preziosa biodiversità, attraverso le fasi del recupero, della conservazione, della caratterizzazione e della valorizzazione. 
E’ stato istituito il Registro “Agricoltori e Allevatori custodi” approvato con DPD 019/268 del 20.12.2021.
https://www.regione.abruzzo.it/system/files/agricoltura/biodiversita/registri_agricoltori_e_allevatori_custodi.zip
NoiXLucoli attraverso il Giardino della Memoria è custode di tre varietà di mele.

 

La Legge del 1° dicembre 2015, n. 194, indica: “gli agricoltori e gli allevatori custodi sono soggetti attivi del processo di coadattamento e coevoluzione delle varietà/popolazioni vegetali e animali, che si impegnano a mantenere nel tempo questo ciclo evolutivo, che influisce positivamente sulla biodiversità coltivata e allevata e, quindi, sulla diversità del cibo. Essi sono essenzialmente custodi di un processo evolutivo, legato ad un bene collettivo (varietà e popolazioni) che è intriso di saperi, tecniche, usi e consuetudini del quale sono titolari. Gli Agricoltori e Allevatori Custodi (AAC) sono soggetti pubblici e privati, in forma singola o associata che si impegnano a conservare “in situ/on farm” le risorse genetiche locali a rischio di estinzione o di erosione genetica, iscritte nell’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, di seguito Anagrafe nazionale”.

 

I soci della nostra Associazione sono grati del riconoscimento di “agricoltori custodi” e rinnovano il loro impegno a difendere e lavorare la terra del Giardino della Memoria per preservare il paesaggio e per conservare la biodiversità che abbiamo ricercato, raccolto e coltiviamo.

 

11 Gennaio 2022 0 comment
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